I: Re: POSSO FARTI UNA INTERVISTA ?





1)       Caro Ulderico innanzitutto parlaci dei tuoi esordi nel mondo dello spettacolo. Quando hai iniziato ad esordire? Quale evento ha determinato la scelta volontaria di fare l'attore?

 

Al mio paese di Basilicata, Rivello, c'era un ragazzo straordinario, Biagio Martino, stava sulla sedia a rotelle ma era il nostro regista. Con lui feci i primi passi in paese. In quei mesi decisi di fare l'attore. Mio nonno era arrotino, ammolava coltelli e raccontava storie, sin da bambino ho voluto imitare mio nonno raccontando storie. Mio nonno prima e Biagio Martino dopo mi fecero nascere questo sogno.

 

2)       Sei nato a Rivello , un piccolo paesino della Lucania . Se dovessi incontrare una persona , cosa gli diresti per convincerlo a venire in Lucania ? Che cosa rappresenta , per Te , l'amata Lucania?

 

Gli direi che la Lucania si estende su 10.000 chilometri quadrati, il doppio della Liguria, ma mentre la Liguria ha circa due milioni di abitanti noi in lucania siamo scarsi 500mila. Significa che non c'è molto cemento e c'è molta natura e paesaggi da favola diversissimi l'uno dall'altro.

 

 

3)       Nello spettacolo FIATo SUL COLLO parli di una storia qualunque che da essere felice si trasforma in un incubo per i protagonisti. Parlaci brevemente delle problematiche che hai potuto riscontrare negli Stabilimenti della Fiat Sata di Melfi.

 

A Melfi nel 1993 nacque la FIAT. Uno stabilimento con le caratteristiche organizzative giapponesi. 15mila operai hanno trovato lavoro negli anni. Dalle interviste fatte agli operai a Melfi è stata legalizzata per molti anni una sorta di schiavitù operaia. La doppia battuta costringeva operai e operaie, anche incinte, a lavorare in un mese per 12 notti consecutive. Assurdo. La battaglia operaia del 2004 cancellò la doppia battuta. Oggi la condizione di quegli operai rimane terribile, basta pensare che non hanno un medico nel turno di lavoro notturno ed è morto qualche anno fa un operaio di notte per infarto mentre i soccorsi arrivarono 25 minuti dopo. Sto raccogliendo fiorme su www.uldericopesce.it per portare un medico nel turno di lavoro notturno.

 

4)       Rispetto allo spettacolo A COME AMIANTO ( spettacolo molto bello) quale messaggio vorresti trasmettere con lo spettacolo sulla storia dei 21 Giorni di occupazione della FIAT? Credi che le istituzioni ti ascoltino nell'annunciare questo grido di dolore della classe operaia?

 

Anche in A come Amianto racconto di schiavitù operaia. In fabbrica si muore, ieri, oggi e sempre. Alle società a regime capitalistico serve produrre a basso costo e a grande velocità e serve un uomo operio capace di annientare la propria dignità umana. Le Istituzioni agevolano questo lavoro di convincimento.

 

 

5)       Che cosa ha rappresentato , per te , la poetica di Rocco Scotellaro? Credi che il romanzo CONTADINI DEL SUD possa oggi essere interpretato come viatico per le difficoltà vissute dagli OPERAI DEL SUD? A quale poesia di Scotellaro sei maggiormente affezionato?

 

Scotellaro ha inventato la poetica delle radici comuni. Della bellezza delle classi deboli. Si è occupato di contadini e braccianti e pastori, all'epoca gli operai non c'erano. Lui trovava belli i pastori sdentati, fieri della loro bellezza. Uno sguardo che dobbiamo recuperare altrimenti l'uomo finisce. La poesia più bella: "Sradicarmi, sradicarmi? La terra mi tiene, la terra mi tiene forte e la tempesta se viene mi trova pronto.". Impossibile spezzare le radici degli uomini.

 

 

 

 

6) Quale è l'ultimo libro che hai letto ? Quale è il lavoro teatrale che ti ha dato maggiori soddisfazioni?

     Quale canzone canticchi facilmente per strada oppure sotto la doccia ?

 

I 55 giorni che cambiarono l'Italia di Ferdinando Imposimato. Lo spettacolo che mi ha dato più soddisfazioni Contadini del Sud di Rocco Scotellaro, ho girato il mondo, dall'Australia al Sud America, alla Francia… e l'Italia da Gorizia a Caltanissetta. In Basilicata credo sia lo spettacolo più visto nella storia. Sono andato in quasi tutti i 131 Comuni della mia terra.

 

6)       Ritieni che il Teatro Valle possa essere uno spazio scenico aperto al dibattito e al confronto sempre più critico e costruttivo di progetti interessanti ?  Cosa odi in questo nuovo Millennio?

 

Il Valle è uno spazio di libertà. Oggi gli spazi culturali sono controllati, protetti, pieni di roba melensa e putrida. Vecchia. Il Valle è utile. E' Libero. E' senza padroni. Per gente non protetta. Del Millennio odio la velocità e la condanna a portare risultati economici a casa. Odio che al centro del millennio ci sia il danaro e non la fantasia.

 

 

7)       Dedica un pensiero ai Lucani. Descrivi in un semplice aforisma la tua amata Rivello.

 

Amo i lucani di un tempo. Soprattutto i vecchi. Odio i lucani che dopo una settimana di vita a Roma parlano romanesco. La mia Rivello? E' un bellissimo presepe ma i pastori non so buoni!
 


 


 


 




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