I: Il Cinema Ritrovato 2014 / 100 anni Charlot



 

   

Cara amica, caro amico,

Dopo l'inverno, e con la primavera alle porte, la 28ª edizione del festival Il Cinema Ritrovato si profila all'orizzonte. Mentre ancora lavoriamo ad allestire le rassegne, i titoli e gli incontri, vogliamo presentarvi alcune delle sezioni. Nel corso dei prossimi mesi vi informeremo sulle rassegne che completeranno i dieci intensi giorni del nostro programma!

 

La nascita di Charlot: celebrazioni per i 100 anni

L'11 gennaio del 1914 Charlie Chaplin indossa per la prima volta il costume di Charlot davanti alla macchina da presa. Nessuno meglio di Chaplin è stato in grado di catturare, in modo tanto universale, con tanta leggerezza ma allo stesso tempo con grande forza, le complessità, le mutazioni sociali, le rivoluzioni e gli orrori del Novecento. La Cineteca e l'Associazione Chaplin hanno deciso di festeggiare questo compleanno illustre con un evento di tre giorni.
Le celebrazioni prenderanno il via nella serata di mercoledì 25 giugno con un cine-concerto in Piazza Maggiore: Kid Auto Races at Venice, con il nuovo accompagnamento composto da Timothy Brock e un programma di altri film accompagnati dal vivo dell'Orchestra del Teatr o Comunale di Bologna.
Giovedì mattina aprirà i battenti un convegno internazionale – oltre cinquanta partecipanti da circa venti paesi – che si propone di approfondire e indagare l'eredità di Charlot da molteplici punti di vista: si parlerà della 'Chaplinite' diffusa negli Stati Uniti, degli innumerevoli sosia e imitatori, dell'influenza di Charlot in Paesi come Cecoslovacchia, India, Giappone o Cina. Non mancheranno riflessioni sulle relazioni più o meno note tra il vagabondo e le arti, la filosofia, il cinema d'animazione, sulla figura di Chaplin regista o sul felice connubio tra Chaplin e la musica, Chaplin e la controcultura americana. Una sezione sarà dedicata ai tesori dell'Archivio Chaplin.
Le serate di giovedì e venerdì saranno invece dedicati alle performance: gli spettacoli comici di Jos Houben, The Art of Laughter, e di Dan Kamin, Funny Bones , applauditi nei teatri di tutto il mondo, e una presentazione speciale da parte di Kevin Brownlow sul rapporto tra Chaplin e la Prima Guerra Mondiale.
Ci sarà inoltre un percorso espositivo che ripercorrerà la carriera di Leo Kouper, artista che ha realizzato il suo primo manifesto per un film di Chaplin nel 1950, in occasione della nuova uscita in sala di La febbre dell'oro. Verranno esposte alcune delle sue creazioni più note ma anche le versioni scartate dalla United Artists e quindi mai viste prima.
Michael Chaplin presenterà la sua ultima ricerca sulle origini gitane del padre e David Totheroh, nipote del leggendario operatore/direttore della fotografia di Chaplin, Rollie, parlerà del lavoro del nonno. Sono stati inoltre invitati a partecipare e a dare la propria testimonianza registi, scrittori e critici cinematografici. Aggiornamenti sul programma dettagliato degli incontri, delle proiezioni e di tutti gli eventi correlati verranno pubblicati nei prossimi mesi su queste pagine dedicate del nostro sito.

Registrati on-line al convegno. Avrai diritto a sconti, agevolazioni e possibilità di acquistare l'accredito del Cinema Ritrovato a una tariffa ridotta.

Post-scriptum: siamo molto lieti di aver inaugurato quest'anno di celebrazioni chapliniane con la pubblicazione del nuovo libro di David Robinson The World of Limelight, che include, per la prima volta, il romanzo breve di Charlie Chaplin Footlights. Il volume è disponibile in inglese ed acquistabile on-line su Cinestore e molto presto anche su Amazon!


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Chaplin alla Essanay Film Manufacturing Company

Nel corso dei quattro anni in cui l'esperienza della Grande Guerra riscriveva la conoscenza del mondo trascinandolo nel suo angolo più buio, Charlie Chaplin riuscì a dare vita a un personaggio che, pur parlando di quello stesso mondo, incarnava universalmente la risata. Interprete di un'arte nuova di cui per primo colse appieno le unicità, Chaplin, come scrisse Elie Faure, creò assieme al suo personaggio un mondo di miti, simboli e idee. Delle tre 'stagioni' di comiche che lo videro protagonista in quegli anni, i quindici mesi che intercorsero tra l'uscita di His New Job (1° febbraio 1915) e Police (27 maggio 1916) sono indubbiamente tra i più interessanti della sua carriera. È proprio guardando le quattordici comiche realizzate da Chaplin per la Essanay che si percepisce in maniera più evide nte e vibrante, la tensione della trasformazione, la messa a punto del personaggio e la sperimentazione di tempi e registri nuovi, la contaminazione, ancora embrionale, tra comicità e pathos. Con il restauro delle comiche Essanay, in collaborazione con Lobster Films e David Shepard, si chiude una prima fase del Progetto Chaplin che in sedici anni di attività ha riportato sul grande schermo oltre settanta titoli dell'opera chapliniana.
Foto:
Charlie Chaplin con Ben Turpin in His New Job (1915) (© Roy Export Company Est.)


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'Wild Bill' Wellman

Dopo gli omaggi a von Sternberg, Capra, Ford, Hawks, Walsh e Dwan, quest'anno la retrospettiva, sempre molto attesa, dedicata ai maestri del cinema americano celebra William Wellman (1896-1975): una sensibilità per il paesaggio e il clima (la pioggia, soprattutto!) paragonabile a quella di Ford (che trovava il vento più congeniale) e un gusto per l'avventura, l'azione e la vita in tempo di guerra che ricordano i migliori Hawks e Walsh. Di Wellman proporremo i pochi muti sopravvissuti (tranne il restauro Paramount di Wings, già presentato due anni fa), i primi sonori e alcuni capolavori della maturità. Tutta la sua produzione è degna di nota, ma fu nei primi anni Trenta – quando il Codice Hays non era ancora in vigore – che Wellman realizzò i suoi film più intensi e vigorosi. Poteva lavorare con qualsiasi genere, girare commedie dure come film d'azione, sempre irriverente, sempre fuori dalle regole. È un'etica personale, lontana dalle finzioni sociali, a percorrere la sua vastissima produzione segnata da celebri "classici" (A Star Is Born, The Ox-Bow Incident) e da film meno noti ma non meno belli come Midnight Mary, Yellow Sky e Goodbye My Lady.
Foto: Louise Brooks in Beggars of Life di William Wellman (1928)


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Il Cinema in guerra contro Hitler

Nessuno è meno degno di essere celebrato di Adolf Hitler, nato 125 anni fa a pochi giorni di distanza da Charlie Chaplin, autore del più celebre e profondo ritratto del dittatore. Meritevole di uno sguardo attento, al contrario, è la produzione cinematografica che lo riguarda. La rassegna propone film realizzati durante gli anni della dittatura e della guerra, molti di essi – come Hitler's Reign of Terror, girato già nel 1934 da Cornelius Vanderbilt e recentemente riscoperto a Bruxelles, Beast of Berlin di Scott e Newfield, The Strange Death of Adolf Hitler di James Hogan – singolarmente affascinanti per l'intreccio di buone intenzioni e di un lato oscuro e trash. A questi si affiancano i film nei quali Hollywood si impegna per promuovere lo sforzo bellico, bizzarre ricostruzioni storiche sul genere di T he Hitler Gang di John Farrow (1943)… Nel dopoguerra si fanno strada nuovi punti di vista, testimoniati dal cinema sovietico (il monumentale The Fall of Berlin di Čiaureli, del 1949, che ritrae non solo Stalin ma anche Hitler) e da Der letzte Akt di Pabst (1955), degno predecessore di Der Untergang (2004) nell'allucinata rievocazione degli ultimi giorni di vita del dittatore.
Foto: The Magic Face di Frank Tuttle (1951)


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La nouvelle vague polacca e il CinemaScope

Il cinema polacco giunse alla ribalta internazionale con un movimento cinematografico fiorito negli anni Cinquanta e Sessanta che esprimeva una visione inedita e controversa della Seconda guerra mondiale, ponendo in atto una sorta di seduta terapeutica nazionale. Tanto per restare fedeli alla nostra ossessione per i grandi formati, fu anche un periodo aureo per il CinemaScope, specialmente in bianco e nero.
Nella rassegna spicca la fulgida personalità di Andrzej Wajda, rappresentato da due gemme oggi misconosciute: Samson, momento essenziale nell'esplorazione del tema dell'eroismo, narra la fuga di un giovane ebreo dalla Polonia antisemita degli anni Trenta ai ghetti della Seconda guerra mondiale; Popióły (The Ashes) è uno straordinario affresco epico di quattro ore sulle guerre napoleoniche. Il nucleo mistico della rassegna pot rebbe essere rappresentato da un capolavoro molto amato da Buñuel: The Saragossa Manuscript di Wojciech Has (1964), film surrealista su scala epica interpretato dal grande Cybulski. Un'opera oggi pressoché sconosciuta ma assolutamente da vedere: Adventure with a Song (Stanisław Bareja, 1968), un musical parigino che potrebbe essere definito la risposta socialista a Silk Stockings di Mamoulian. Lenin in Poland (Sergej Jutkevič, 1965), realizzato in coproduzione con l'Unione Sovietica, è un capolavoro agiografico e probabilmente l'unico tentativo riuscito di scrutare nell'animo e nei pensieri di Lenin.
L'ultima e più intensa espressione del movimento è firmata da Aleksander Ford, il principale esponente della scuola di cinema di Łódź e capo della sezione cinematografica dell'armata rossa polacca. Ironicamente intitolato The First Day of Freedom, il film di Ford affronta un ar gomento tabù, gli stupri perpetrati in Germania nella fase finale del conflitto, e costituisce una cruda e sorprendente riflessione sullo sfruttamento delle donne da parte della macchina militare. Rassegna organizzata in collaborazione con Filmoteka Narodowa – Polish Film Archive
Foto: Samson di Andrzej Wajda (1961)


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 Il Giappone parla!

L'ultimo capitolo della rassegna in tre parti sui primi film sonori giapponesi è dedicato alla Shochiku, studio cinematografico specializzato nella resa drammatica della vita quotidiana della classe media giapponese. L'avvento del sonoro portò la Shochiku ad accentuare l'impronta realistica dei suoi film, radicati in un tempo e in un luogo specifici. Registi quali Yasujiro Shimazu e Yasujiro Ozu seppero descrivere nei dettagli non solo le ambientazioni e i gesti, ma anche le sfumature delle tonalità di voce e i nuovi suoni della moderna città industriale. Ma la produzione della Shochiku si spinse anche a sfruttare consapevolmente le potenzialità estetiche del sonoro. In Okoto and Sasuke, Shimazu impiegò il nuovo mezzo per narrare la storia di un musicista tradizionale, e altri film come The Bride Talks in Her Sleep di Gosho, che richiama la novità del sonoro fin nel titolo, impiegarono creativamente nuove tecniche come il suono fuori campo. Il connubio di realismo sonoro e sperimentazione dei film Shochiku li rendono originalissimi e al contempo rappresentativi del cinema giapponese dell'epoca. La retrospettiva è curata da Alexander Jacoby e Johan Nordström, in collaborazione con il National Film Center di Tokyo.
Foto: Hitori Musuko (The Only Son) di Yasujiro Ozu (1936) (dal National Film Center of Tokyo)

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E inoltre

  • Ritrovati e Restaurati
  • Cento anni fa. I film del 1914
  • Visioni dell'Impero ottomano
  • L'orfanatrofio musicale
  • Fantômas, il Mistero del Secolo
  • Germaine Dulac
  • Valentina Frascaroli protagonista
  • Riccardo Freda
  • L'Italia in corto (film a episodi dal 1952 al 1968)
  • Golden India

e

  • Lezioni di Cinema
  • Il Cinema Ritrovato DVD Awards (11a edizione)
  • FIAF Restoration Summer School

La biblioteca accoglierà la Fiera del libro e del Dvd e il progetto Schermi e Lavagne costruirà percorsi particolari per i cinefili più giovani. 



     

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