LETTERA APERTA A MARIO CALABRESI

LETTERA APERTA A MARIO
CALABRESI

Carissimo Mario Calabresi , nel complimentarmi per la professionalità nello
svolgere l'attività di giornalista , volevo confrontarmi con te in un dialogo
aperto e sereno sulla notizia appresa , ieri 8 Ottobre presso la prima pagina
del quotidiano LA STAMPA , della stima effettuata sugli Stati Membri
dell'Unione Europea dello stipendio netto percepito dal lavoratore in busta
paga calcolato come 100 il costo del lavoro sostenuto dalle imprese.
Orbene in questa stima si evince che su 100 Euro sostenuti dall'imprenditore
in termini di cuneo fiscale al lavoratore gli arrivano in busta paga soltanto
52 Euro , a differenza del lavoratore elvetico che percepisce in busta paga ben
78 Euro rispetto ai 100 spesi dall'impresa oppure del lavoratore britannico che
ne percepisce 68,5 sempre in proporzione ai 100.
Allora mi domando , come mai nonostante le bagarre nelle aule parlamentari , i
dissidi tra una corrente maggioritaria e una minoranza dissidente che lede
profondamente l'unità del PD e le continue promesse ( mai attuate in termini
reali) di modificare quel famoso , nominato , amato , odiato articolo 18 di una
Legge che , nel 1970 , consentì di creare uno Statuto ai singoli Lavoratori
rappresentati dalle masse operaie e contadine , alla fine paga sempre il povero
cittadino che versa metà della sua busta paga a sostenere i costi dell'impresa
per garantire quelle tutele che , tra precariato e stage , vengono sempre più
svuotate nel loro contenuto sostanziale.
E , in fondo , in fondo , il lavoratore che ama il proprio lavoro sarebbe pure
contento di versare i soldi allo Stato se finalmente fosse completata la
Salerno - Reggio Calabria , non venissero sperperati in maniera irrazionale i
soldi pubblici , le piccole cose funzionassero in maniera efficiente ed
efficace , non si dovesse sentire che siamo sempre in stato d'allerta per una
frana , un alluvione oppure una valanga facendo perdere pezzi ad 1 Italia
malata e sfruttata troppo e pure male.
Allora invece di fare tante belle chiacchiere , attiviamoci tutti , nel nostro
piccolo , a compiere azioni che rimangano nella Storia degli Uomini Giusti
illuminandoci la saggezza che ognuno di noi possiede nella propria brillante
Mente.
Caro Mario mi vengono in mente le parole di mio Nonno Domenico , lavoratore
instancabile , emigrato a Losanna negli anni Settanta per ritrovare la dignità
nel svolgere con cura il proprio Lavoro , che mi ripeteva sempre " Quando in un
pollaio cantano troppi galli , non viene mai il Giorno."
E adesso , devo ammettere che , in fin dei conti , aveva sin troppa Ragione
carissimo Mario.

Con partecipata Stima ,
Gianluigi Melucci

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