INTERVISTA A ROBERTO MOLITERNI

 
 
                                                            INTERVISTA  A ROBERTO MOLITERNI 
 
 
 
 
 

1)  Roberto qual è stato l'avvenimento che ha stimolato la tua creatività nell'iniziare a scrivere una Storia come quella del Romanzo? Parlacene brevemente

 

In quel momento avevo bisogno di leggere una storia che fosse una storia, piena di atmosfere e colpi di scena, uno di quei romanzi che, idealmente, ti metteresti a leggere seduto su un divano davanti a un camino sorseggiando un buon bicchiere di vino rosso.

 Dal momento che il camino non ce l'ho e di vini non ne capisco nulla, ho pensato che però potevo avere una storia.

Poi c'è da dire che scrivere ti dà la stessa emozione di leggere, ma per un tempo prolungato. Per mesi puoi stare dentro un'atmosfera, un posto immaginato. 

 

2) Sei mai stato a Berlino ?  Come mai hai scelto Berlino est , forse ispirato dalla Caduta del Muro ?

 

Sono stato a Berlino tre volte, la prima nel 2006 per il festival del cinema, l'ultima lo scorso ottobre per completare le ricerche per il libro.

 

 È una città che amo, forse più di qualunque altra città in Europa.

 

 Soprattutto la parte Est ha delle atmosfere incredibili, affascinanti e, per uno che scrive, è una città che si presta a tantissime narrazioni, la Storia del Novecento è passata di lì, il Muro apre a tantissimi racconti, perché gli uomini più cerchi di dividerli più cercheranno di stare insieme, e questa è una storia sempre epica, avvincente. 

 

3) Attraverso il personaggio di Titta hai voluto rappresentare l'Attuale Condizione Giovanile dei Figli del Sud costretti ancora oggi a farsi valere fuori dal proprio territorio ?

 

Il Titta è un meridionale, un siciliano per l'esattezza, che si ritrova imprigionato per ragioni sentimentali a Berlino Est nel 1982, in una pensione in cui passa il tempo ascoltando la canzone Aria di neve e aspettando una telefonata che non arriva mai.

 

 Quello che noi di oggi abbiamo in comune con il Titta è il fatto che le circostanze, la Storia dico io, si mette di traverso alle nostre vite, ci separa, ci divide, ci allontana dai nostri affetti.

 

 Pensa a quei ragazzi che magari si sono conosciuti all'università e poi uno parte per fare un master in Svizzera, l'altro se ne va a lavorare in Spagna.

 

 Proprio a Berlino, che in questo periodo è diventata la meta di tanti ragazzi che magari vanno lì a perfezionare gli studi, la prima cosa che ti chiedono appena conosci uno è «per quanto tempo ti fermi?».

 

 Se stai meno di sei mesi nemmeno vale la pena iniziare il rapporto, per non vivere il dispiacere di dirsi addio

 

4) Roberto cos è , secondo te , l' Amore ?  Cos è l Amicizia ?  Credi che su questa Terra si possa realizzare la felicità ?

 

Marzullo esci da questo corpo! No, dai scherzo. Sono domande difficilissime a cui forse nemmeno un prete o un filosofo potrebbero risponderti.

 

 Per i personaggi di "Arrivederci a Berlino Est" l'amore è il motore delle loro azioni, è qualcosa che sempre sta qualche passo più avanti rispetto a loro, qualcosa di irrealizzabile.

 

 Ma questo deve fare anche i conti con le circostanze appunto, la Storia, il fatto che che i tempi difficili che vivono ponga loro sempre la seguente domanda: «cosa saresti disposto a fare per sopravvivere?».

 

 La risposta a questa domanda a volte significa compromettere l'amore o l'amicizia. 

 

5) Come mai hai voluto partecipare al Concorso RAI LA GIARA ?  Ti ritieni fortunato ad essere il Primo ?

 

Per uno come me che viene dalla provincia, che non ha agganci particolari, i premi - letterari e di sceneggiatura - sono l'unico modo forse per venire in contatto con un certo mondo e per farsi notare.

 

 Il motivo per cui ho partecipato è questo:  Mi ritengo fortunato perché è sempre una fortuna vincere un premio.

 

Certo, ci vuole talento magari, ma devi beccare le persone giuste che siano in grado di capire quel tuo talento, quel tuo modo di scrivere per esempio. 

 

6) Qual è l' ultimo libro che hai letto ?  Qual è l' ultimo film visto al cinema ?

 

 

Un libro di una amica e collega, La domenica lasciami sola di Simonetta Sciandivasci.

 

 Ero riluttante a leggerlo, perché guardiamo il mondo veramente da due pianeti diversi e invece mi ha molto colpito, è riuscita a conquistarmi con uno stile sicuro e considerazioni mai banali, anche se non sempre condivisibili.

 Andare al cinema, stando sempre in giro a presentare il romanzo, mi è venuto difficile ultimamente e non sai quanto stia soffrendo questa cosa, perché di solito ci vado tutte le settimane.

 

 Sono riuscito a fare un'eccezione solo per Fino a qui tutto bene, per il gusto di vedere al cinema un film al quale ho dato una mano. È stato parecchio emozionante.

 

A casa per fortuna riesco a difendere qualche spazio, così l'ultimo film che ho visto in dvd è stato il Federale con Tognazzi. Una vera sorpresa, un capolavoro della commedia all'italiana decisamente trascurato.

 

7) Quali sono i tuoi progetti futuri ?  Scriverai un secondo romanzo ?  Quale messaggio vuoi lasciare al lettore con Arrivederci a Berlino Est ?

 

 

Voglio scrivere un nuovo romanzo, diverso da questo, più leggero e ironico.

 

 

Vediamo se ci riuscirò. Poi c'è sempre il cinema che chiede la sua parte e le riviste e il blog su Donna Moderna.

 

 Se ho scritto un libro decente, come spero, ciascuno troverà in mezzo a quel mare di parole la sua bottiglia.

 

 

Ringrazio il Blogger Gianluigi Melucci x avermi dato l'opportunità di parlare

del mio Primo Romanzo  "Arrivederci a Berlino Est"

 

                                                                          Roberto Moliterni   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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