L' Imprenditore alessandrino Cairo , nominato pochi giorni fa direttore del gruppo editoriale R.C.S. group è il nuovo azionista di controllo che , stamane , ha venduto la sede storica di Via Solferino , tramite un' offerta pubblica di acquisto e scambio che ha apportato un aumento del 48,82 % del capitale sociale della medesima R.C.S.
Sicuramente dal primo giorno , Cairo ha fatto ben capire le sue intenzioni dichiarando che non vuole trasformare il Corriere della Sera in un tabloid e che vuole realizzare una completa sinergia tra gli editorilalisti del Corsera guidati dal brillante Lucio Fontana e gli spazi televisivi del gruppo LA7 che lo stesso Cairo nel 2013 ha acquistato versando un milione di euro a Telecom.
Non dimentichiamo che Umberto non ha voluto essere influenzato nè direttamente , nè indirettamente dal cavaliere Berlusconi per tali operazioni commerciali che delineano un c.d. low-profile di una persona dalle larghe vedute che vuole soltanto garantire la continuità tra la linea editoriale del Corsera e i proficui interessi economici dell' opa che coordina tale gruppo editoriale.
Un uomo che vuole agire anche per tutelare gli interessi dei singoli azionisti e che sa il fatto suo nella gestione imprenditoriale dato che è stato anche presidente del Torino Football Club.
Finalmente troviamo al posto indicato una persona che ha le competenze e le capacità per poter svolgere tale ruolo con tutte le responsabilità e gli incarichi che tale ruolo comporta indubbiamente.
Allora Umberto adesso proprio non mollare e continua a svolgere il tuo ruolo di manager con professionalità ed efficienza.
Gianluigi Melucci
Spero che il CORRIERE DELLA SERA non diventi un Tabloid Inglese
RispondiEliminaCaro Gianluigi quanto hai raccontato è stato per me un momento storico. Finalmente il popolo (e intendi i piccoli azionisti, gente comune) ha premiato la professionalità, la dedizione e......soprattutto la serietà di una persona competente nel sui settore. Con gioia posso affermare che la storia ha punito lobbisti e gente spietata quali Provera detto Tronchetto, lobbisti e banchieri che hanno avuto la forza e spietatezza di distruggere e spolpare aziende come la grande Telecom, facendo solo i propri interessi tralasciando e schiacciando i lavoratori, inutili numeri di matricola. Quanto è accaduto rimarrà nella storia: la grande finanza sconfitta dalla professionalità: forse il mondo sta veramente cambiando e la gente sta cominciando a ragionare e premiare chi lo merita. Era ora.
RispondiElimina