MAOMETTO E FRA DOLCINO



Rileggendo tali versi già all' epoca di Dante ci si poneva il problema delle divisioni e scismi tra i diversi culti religiosi 



Mentre che tutto in lui veder m'attacco, 
guardommi, e con le man s'aperse il petto, 
dicendo: «Or vedi com'io mi dilacco!

vedi come storpiato è Maometto! 
Dinanzi a me sen va piangendo Alì, 
fesso nel volto dal mento al ciuffetto. 

E tutti li altri che tu vedi qui, 
seminator di scandalo e di scisma 
fuor vivi, e però son fessi così.

Un diavolo è qua dietro che n'accisma 
sì crudelmente, al taglio de la spada 
rimettendo ciascun di questa risma.

quand'avem volta la dolente strada; 
però che le ferite son richiuse 
prima ch'altri dinanzi li rivada. 

Ma tu chi se' che 'n su lo scoglio muse, 
forse per indugiar d'ire a la pena 
ch'è giudicata in su le tue accuse?»


Or dì a fra Dolcin dunque che s'armi, 
tu che forse vedra' il sole in breve, 
s'ello non vuol qui tosto seguitarmi, 

sì di vivanda, che stretta di neve 
non rechi la vittoria al Noarese, 
ch'altrimenti acquistar non sarìa leve».

Poi che l'un piè per girsene sospese, 
Maometto mi disse esta parola; 
indi a partirsi in terra lo distese. 

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