Ho riscoperto con intimo piacere questo interessante epistolario tra André Gide che viene profondamente coinvolto dallo stile innovativo e straordinario di Georges Simenon che vede in Gide quell' autorità capace di accompagnarlo verso il Romanzo a cui aspira ma che , forse , non ha ancora scritto.
Ecco che Simenon in una lettera scrive " L' intelligenza mi fa, mi ha sempre fatto , terribilmente paura. A volte penso che gli dei l'abbiano data all'uomo per vendicarsi. "
Oppure quando si oppone ad essere catalogato oppure imbrigliato da certa retrogada critica
" Andavo avanti da solo. I migliori critici si ostinavano ad inserirmi nel catalogo dei romanzi polizieschi... "
Per poi ritrovare un pudore inaspettato verso il Maestro Gide nello scrivere " Non oso invitarla qui. Ma se un giorno avrà voglia dei venti dell'oceano, mi faccia un cenno. Sappia che ne sarò felicissimo."
E poi trovare una raffinatezza linguistica del Maestro Gide "Caro Simenon la sua lunga lettera mi ha straordinariamente interessato e la tengo da parte come cosa preziosa poiché certe indicazioni che Lei mi da potranno essermi molto utili se riuscirò a condurre a Buon fine il saggio (la parola saggio spira noia! Mi perdoni!) che sto progettando. "
Per poi ritrovare in quei saluti tutta quella poesia della cordialità e della gentilezza in "Caro Simenon le voglio davvero bene e La saluto con un fortissimo Abbraccio."
Gianluigi Melucci
Un Testo molto bello e sorprendente.
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