IL FALSARIO MASTRO ADAMO


Nel XXX Canto dell'Inferno Dante ritrovandosi nel girone dei falsari per scoprire un contemporaneo del Casentino , nella Romea , certo Mastro Adamo Inglese che nel coniare le monete utilizzava metalli di scarsa fattura facendoli passare per pregiati carati per cui le monete al peso attuale non corrispondevano ai 24 karati per pregiato conio.

Costui è affetto dall'idropisia che lo rende con la pancia gonfia ma completamente assetato con le labbra aperte che cerca alcune gocce d'acqua per placare tale pena.

Per poi scontrarsi fisicamente e poi verbalmente con Sinone che creò magistralmente l'inganno del cavallo di Troia.

S'io dissi il falso e tu falsasti il conio / e sono qui per un fallo e tu per più che alcun altro demonio.

S ' io ho sete e omor mi rinfaccia 
Tu hai l'arsura e il capo che ti duole.

Ma sarà alla fine Virgilio che identifica la RAGIONE a rimproverare Dante per essersi fermato a guardare fisso tale lotta con aspro diverbio tra Mastro Adamo e il greco Sinone.

Ormai quell'intelligenza e quella passione sono irrimediabilmente contaminate dell'impiego colpevole al quale sono state rivolte.

Gianluigi Melucci Blogger 

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