LA PROFEZIA DEL BUON JULES MAIGRET


Nello sfogliare profumate pagine di un vecchio romanzo di Simenon scritto nella mite e tranquilla Svizzera nel lontano 1961 ritrovo illuminanti parole del caro Jules Maigret che nel mostrare sincera ammirazione per quel ladro indolente trovato morto al Bois de Bologne riesce a farci comprendere come ormai non esiste più alcuna fantasia nè autentica poesia nel seguire un'indagine giudiziaria , troppo presi al rispetto delle norme di procedura penale e alla pedante prassi burocratica per attenersi scrupolosamente ai regolamenti e alle scartoffie senza spingersi oltre l'asticella andando oltre le normali apparenze di un caso giudiziario.

Ormai siamo sempre più attratti da casi che riguardano bande criminali organizzate che pestano i piedi alle banche , alle assicurazioni , al mondo dell'alta finanza e della tecnocrazia mentre nessuno osa più seguire i colpi di un ladruncolo pigro , indolente , solitario e mite che non rientra in questi "grossi giri criminali" al quale fa provare tenerezza come il Commissario Maigret , prossimo alla pensione , gli voglia rendere giustizia seppur sia stato un "ladro indolente".

E come non commuoversi di fronte alla pacatezza d animo del commissario che vuole ancora godersi il fumo azzurrognolo della pipa , i piatti prelibati della Signora Maigret e le letture dei giornali , simbolo della vecchia e fedele stampa cartacea.

E quando si legge Simenon si ha la stessa sensazione di allegria che si aveva quando da bambini si giocava a pallone.

Gianluigi Melucci Blogger 

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