CONSORZIO AGRICOLO REGIONALE LUCANO : CRONACA DI UN FALLIMENTO ANNUNZIATO




  Il Car Lucania era stato fondato nel 1927, con la denominazione di Consorzio Agrario di Matera, un anno dopo fu inaugurata anche la sede di Potenza e agli inizia degli anni settanta le due strutture si accorparono dando vita al Consorzio Agrario Regionale della Lucania.

Fino agli inizi del nuovo millennio, l’azienda seppur formata da un consiglio di amministrazione diretta emanazione delle organizzazioni professionali agricole (soprattutto coldiretti), era nei fatti gestita da professionisti di elevato spessore, da Beniamino Placido a Antonino Carè. Sotto la loro direzione la struttura esplose ci fu un vero e proprio boom dell’agricoltura Lucana supportata in maniera dinamica dal Consorzio.

Neppure il fallimento di Federconsorzi a Roma nei primi anni novanta, da cui dipendevano direttamente o indirettamente tutti i consorzi di Italia, ne mise in discussione l’esistenza. Tagliati i cordoni ombelicali con Roma, Car Lucania diventa strategico per l’economia regionale, seconda solo alla Fiat di Melfi e ai salottifici di Matera.

Oltre 100 miliardi di fatturato all’anno, con una settantina di agenzie sparse su tutto il territorio regionale ed equamente divisi fra le due province. Furono acquistati immobili di pregiatissimo valore, nei fatti divenne la casa degli agricoltori Lucani.

I centri di raccolta grano, il più grande dei quali ancora oggi visibile a Gaudiano di Lavello, raccoglievano qualcosa come un milione di quintali all’anno che venivano gestiti con lo scopo di realizzare il più alto reddito possibile in favore dei produttori. Barilla, Divella, Amato, erano clienti fidelizzati del Consorzio Agrario dal quale acquistavano elevatissime quantità di prodotto cerealicolo.

Prestiti di conduzione a tasso molto agevolato, finanziamenti per l’acquisto di macchine agricole, un pianeta immenso intorno al quale si muoveva l’agricoltura di pregio del Metapontino e del Lavellese e del primario più umile, quello degli allevatori delle zone interne.

Il Consorzio Agrario, fra dipendenti diretti e indotto forniva lavoro a qualcosa come mille unità, un grandissimo affare per tutta la Basilicata.

Alla fine degli anni novanta con l’addio del vecchio Presidente Donnaperna Giulio Cesare e con l’arrivo in Consiglio di Amministrazione di personaggi molto discutibili, fortemente sponsorizzati dalla politica Lucana, iniziano i problemi per il Consorzio che grazie ad una gestione dilettantesca e soprattutto allegra, viene dichiarato fallito nel 2006.

Un fallimento sul quale ancora oggi ci sono ombre, e ancora oggi si aspettano risposte.

Il dramma dei dipendenti fu risolto in parte grazie alla ricollocazione di parte dei lavoratori presso gli enti pubblici di emanazione agricola, previsto per legge, ma non tutti rientrarono nel progetto, una decina ancora oggi chiedono giustizia a gran voce, ben sapendo che la responsabilità di quel fallimento andava ascritta a ben precisi individui, dei quali ancora oggi si aspetta un giudizio.


Gianluigi Melucci Blogger

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