MINE ANTI UOMO

                                                                      MINE  ANTIUOMO 


Soltanto nel primo semestre del 2017 negli stati dello Yemen e della Siria sono state accertate ben 1636 vittime civili per le mine antiuomo prodotte dalla Russia e dall'Egitto.

I più colpiti sono stati bambini (circa il 47% dei civili uccisi) e donne (morte con una percentuale del 13% sulla popolazione civile).

Il maggior numero di persone uccise dalle mine si sono registrate, negli ultimi 14 anni, in Afghanistan, Yemen , Sud Sudan, Cambogia, e Colombia.

La campagna "Stop explosive investments" dichiara  che sono 151 gli istituti finanziari nel mondo che hanno investito dal 2011 al 2014 circa 27 miliardi di dollari in compagnie produttrici di Munizioni a grappolo.

Gli investimenti nelle compagnie produttrici di Munizioni Cluster (bombe a grappolo) vengono perseguiti non soltanto dalla banche, ma anche dai fondi pensionistici e altri istituti finanziari a livello mondiale.

76 istituti presenti stanno lavorando sulla definizione di linee politiche da seguire in merito alle Munizioni Cluster, tra queste Intesa San Paolo ed Unicredit che negli ultimi anni hanno attivato un piano d'azione a riguardo, non ancora sufficiente per escludere totalmente da alcuni strumenti di credito finanziario  i possibili produttori.

Attualmente le vittime causate dalle mine sono scese da circa 25 persone al giorno nel 1999 a 9 persone al giorno, la condizione di vita di molte vittime delle mine anti uomo è migliorata dall'entrata in vigore del Trattato di Ottawa.

Ma il lavoro non è ancora finito e la Campagna internazionale contro le mine, chiede che tutti gli Stati membri si mobilitino per far aderire il più alto numero di Paesi  e assicurare il completamento dello smantellamento delle mine dal pianeta, previsto entro il 2025; che si provveda alle lacune nei servizi di assistenza alle vittime; che non si utilizzino mai più mine anti uomo in luoghi ad alto rischio, come il Sud Sudan.

Gianluigi Melucci Blogger

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