MACARIO LA MASCHERA DEL NOVECENTO ( GENOVA MUSEO BIBIBLIOTECA DELL'ATTORE)


        1) Carissimo Mauro dove si terrà la Mostra MACARIO : UNA MASCHERA DEL 900 ?

  • La Mostra MACARIO UNA MASCHERA DEL ‘900 si tiene a Genova al Museo Biblioteca dell’Attore e resterà aperta dal 12 aprile al 28 settembre 2018, dal lunedì al giovedì, orario 8,30-16.
  • Sono in esposizione manifesti, locandine, fotografie in bianco e nero, libri, pubblicazioni varie. Una vera e propria “passerella” su circa sessant’anni di storia di un grande comico che ha diviso la sua carriera tra teatro di rivista, prosa cinema, televisione. La finalità ultima della Mostra è riportare la gente e soprattutto le giovani generazioni a riconoscere nel passato, anche quello più recente, la propria identità culturale e a ripristinare quel senso critico capace di individuare i talenti geniali, troppo sovente, fuorviato dalla mediocrità epocale del tempo presente.

  • 2) E' vero che fu Ettore Petrolini a scoprire la Maschera Macario ?
  • Si, è vero. Intorno al 1934, Macario si esibiva in un teatro d’avanspettacolo a Milano (molti artisti, a causa della Grande Depressione, si erano dati a quel genere popolare di teatro che ha forgiato tanti attori e soubrettes ) ed era ancora in uso che per far dire, per essere buffi, si dovesse ricorrere a diversi orpelli, quali : nasi finti, parrucche, cappellini, abiti di taglie fuori misura, sistemi un po’ clowneschi. Petrolini vide Macario in scena, poi andò a trovarlo in camerino. Gli disse: “ Butta via quel naso finto, la parrucca, quel cappellino. Tu hai un viso che vale un milione! “ Così fu. Macario seguì il consiglio del grande Maestro e da sotto il trucco, da sotto quegli inutili orpelli, emerse una Maschera preesistente, successivamente ritoccata e rifinita con i pomelli rossi, le sopraciglia ad accento circonflesso, il ricciolo “tirabaci” sulla fronte. La dinamica interna della Maschera ebbe un processo più lungo per definirsi e solo attraverso la pratica del palcoscenico, cioè del mestiere.

  • 3) Come mai oggi la Televisione nonchè altri mezzi di comunicazione mediatica non ricordano più l'avanspettacolo come sublime forma d'arte?
  • Perché viviamo in un’epoca che non ha più il culto del passato, e quando qualcosa muore, lo si seppellisce in fretta. Si sta costruendo, colpevolmente, l’uomo nuovo, che è un uomo “usa e getta”

La filosofia americana di vita e la globalizzazione hanno raso al suolo i valori e la storia di ogni singola nazione. Ma nello specifico devo dire che il mondo mediatico/televisivo dispone di poco materiale d’epoca perché a quei tempi solo L’Istituto Luce e la Settimana Incom repertava in pellicola brevi filmati promozionali delle riviste all’ inizio della stagione teatrale. Basarsi sulle riviste televisive odierne che nascono in studio, non sarebbe un’acquisizione conoscitiva affidabile perché in teatro il clima era completamente diverso. Anche il solo professionismo è ridotto al lumicino. Questa è, nella maggior parte dei casi, l’era del dilettantismo che ha preso posti vacanti incolmabili.

           4) Possiamo paragonare MACARIO alla maschera del candido Pierrot ?

  • Si, Macario era visceralmente portato alla grazia poetica e surreale di stampo francese, lontano com’era dal nostro realismo abituale. La vena crepuscolare la conservava e la esprimeva in talune occasioni appropriate, soprattutto in cinema, ma anche in teatro ritagliandosi dei “quadri” dove interpretava, monologando e cantando, personaggi solitari, emarginati, senza famiglia né destino.

Stefano Della Casa, critico cinematografico de “ La Stampa” tempo fa volle sottolineare come la comicità delicata di Macario fosse l’unica in Italia ad avvicinarsi alla poesia di Chaplin.


       5) Che rapporto aveva MACARIO con la sua spalla CARLO RIZZO ?

  • Mio padre conobbe Carlo Rizzo intorno al 1937. Rimase accanto a Macario per 40 anni, sia in teatro, sia in cinema, perché la loro intesa scenica creava sempre risultati straordinari e creativi, come per le loro storiche improvvisazioni in passerella, al “sottofinale”. Carlo Rizzo è stata la più grande “spalla” del teatro comico-musicale italiano. Mio padre era una persona molto seria e severa sul lavoro e le amicizie furono poche nell’ambiente del teatro. Era riverito e temuto. Ma con Carlo Rizzo fu tutto diverso. Il loro legame è stato indissolubile. Carlo morì nel 1979, Macario nel 1980. Questo la dice lunga sulla predestinazione delle nostre vite.


  • 6) Quando MACARIO decise di ripercorrere il Teatro Dialettale Piemontese ?
  • Nell’ultimo decennio della sua vita, Macario, tornò a Torino, alle sue radici, per dedicarsi al teatro dialettale con lavori storici della drammaturgia regionale, e penso a Monssù Travet, di V.Bersezio fatto a Teatro Stabile di Torino nel 1970 con la regia di Giacomo Colli, che vide un Macario, spogliatosi del tutto dalla sua Maschera, per diventare un attore intimista, addirittura pirandelliano, se vogliamo. E poi con altri lavori che tu hai citato, e infine con delle farse scritte da Amendola e Corbucci, suoi fidati autori del teatro leggero. “ Androclo e il leone” di G. B. Shaw fu un sogno, solo un desiderio inappagato che gli girava dentro di sé ciclicamente. Ne parlò con il regista Mario Missiroli e credo che siano stati a un passo dal realizzarlo. Purtroppo, per ragioni a me ignote, rimase un sogno di Macario.


  • 7) Chi erano le " Donnine " di MACARIO ?
  • “ Le donnine di Macario” inizialmente erano delle ragazze, non ancora del tutto donne, che fungevano da cornice “ cherubinica” allo spettacolo, sempre sfarzoso e luccicante. Erano generalmente ex commesse, ex cassiere, ex parrucchiere, ex studentesse, col fuoco dell’arte che le faceva scalpitare per entrare su di un palcoscenico. Dicevano solo qualche battuta oppure canticchiavano dei duetti in attesa di un cambio di scena. Alcune avevano talento, altre no. Chi aveva talento proseguiva, spesso con successo. Le meno dotate d’istinto teatrale presto si eclissavano. Macario ha scoperto e lanciato molte soubrettes: Lilly Granado, Olga Villi, Isa Barzizza,

Marisa Merlini, Lea Padovani, Flora Lillo, Dorian Gray, Carla del Poggio, Elena Giusti, Sandra Mondaini, Marisa Del Frate, Gloria Paul. Tante per citarne solo alcune.


         8)  E' Possibile che nel 2018 nasca una Maschera piena di Candore e Poesia come MACARIO ?

  • Oggi non è possibile il candore. E’ merce introvabile. E ancor di più un ipotetico portatore.



  • 9) Come mai MACARIO , clown , non prese parte al film di Fellini "I CLOWNS"
  • L’incontro tra un regista onirico come Fellini e un comico poetico-surreale come Macario sarebbe stato, secondo me, straordinario. Tra l’altro entrambi amavano il mondo del Circo e mio padre avrebbe voluto tanto interpretare la figura di un clown nella sua vita. Ogni tanto a Roma, in Via Veneto, quando Fellini incontrava Macario seduto a un tavolino, gli si avvicinava e gli diceva “ Ho qualcosa per te in un mio prossimo film”. E mio padre, in verità, ci sperava molto, soprattutto in occasione de” I clowns”. Tra l’altro la loro conoscenza veniva da un tempo lontano, quando Fellini, molto giovane e non ancora regista, dava sottobanco a mio padre le “ gags “ per i suoi film degli anni’40…..


Riporto fedelmente l'intervista rilasciata dal figlio di MACARIO , il poeta e saggista MAURO MACARIO al quale porgo i miei più sentiti e sinceri complimenti per questa bellissima MOSTRA dedicata al Papà MACARIO


Gianluigi Melucci Blogger 

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