EUROSPIN NEL MIRINO DELLE ASTE AL RIBASSO

                                                                           E  U  R  O  S  P  I  N 


Il fenomeno delle aste “al doppio ribasso” in Gdo è noto agli addetti ai lavori: da un lato c’è l’insegna che acquista la merce, dall’altro ci sono i produttori che propongono un prezzo.
A vincere è il prezzo più basso, tanto che le aziende che decidono di rimanere in gioco, in molti casi rischiano di lavorare in perdita.
La catena discount Eurospin è finita in questi giorni al centro di un articolo di Internazionale, che descrive un’asta gestita dal gruppo nei confronti di alcuni produttori di pomodoro. Le aste vengono fatte per numerosi prodotti, comprese le banane.
Nell’asta in questione la catena avrebbe acquistato 20 mln di bottiglie di passata di pomodoro e pelati rispettivamente a 31,5 e 21,5 centesimi di euro per bottiglia, un prezzo poco sostenibile per molte aziende. Queste procedure – per ora legali – sono state denunciate più volte da diverse associazioni, in quanto finirebbero per alimentare fenomeni di sfruttamento.
A stretto giro è arrivata la replica di Eurospin che, pur ammettendo che le aste possano “mettere in difficoltà alcuni operatori, produttori o agricoltori”, le considera strumento “moderno ed efficace per dare al consumatore quei prezzi competitivi che chiede”. Intanto non mancano le reazioni, come quella di Lidl che su nostra sollecitazione dichiara: “Da noi le aste non si fanno”

Quello delle “aste inverse” o “al doppio ribasso” è un fenomeno noto nel mondo distributivo: si tratta in sostanza di sessioni di aste online organizzate da determinate insegne della Gdo e rivolte alle aziende fornitrici, attraverso le quali le insegne si aggiudicano le referenze al prezzo più basso possibile.

Il meccanismo è semplice: l’insegna organizza un’asta divisa su due turni: nel primo alle aziende partecipanti viene richiesta un’offerta di base per un determinato prodotto, mentre nel secondo l’offerta più bassa diventa essa stessa la base d’asta, rispetto alla quale si potrà solo scendere.

Il risultato per molti produttori è un vero e proprio gioco al massacro, che li obbliga ad abbandonare dopo aver verificato che con quel prezzo non potranno rientrare nemmeno dai costi di produzione, figuriamoci fare margine! Per ogni azienda che rifiuta un’offerta, però, ce n’è un’altra che accetta, nella convinzione che quella potrebbe essere la sua unica occasione per rimanere sul mercato. Prendere o lasciare.

A questo tema complesso – una pratica che fu introdotta dai gruppi distributivi francesi e oggi sempre meno diffusa – ha dedicato in questi giorni un articolo la testata Internazionale, che per descrivere il fenomeno ha utilizzato l’esempio della catena Eurospin, celebre insegna del discount italiano, con un giro d’affari superiore ai 5 miliardi di euro e oltre 1.000 punti punti vendita sparsi per tutto il Paese e in Slovenia.

Secondo l’articolo, nel corso di un’asta online di questo tipo – avvenuta solo “poche settimane fa” – Eurospin avrebbe chiesto ai produttori di pomodoro di presentare un’offerta di vendita per una partita di 20 milioni di bottiglie di passata da 700 grammi.

Una volta raccolte le proposte nel primo turno, Eurospin avrebbe indetto una seconda asta, usando questa volta – come base di partenza – l’offerta più bassa. Alcune aziende – racconta l’articolo – si sarebbero ritirate già alla fine del primo “round”, mentre quelle rimaste in gioco sarebbero state invitate a fare una nuova offerta, sempre al ribasso, su un sito internet, trovandosi così a dover proporre in pochi minuti ulteriori tagli al prezzo base, in modo da restare in partita

 Secondo l’articolo, la commessa per il settore della passata di pomodoro sarebbe stata vinta da “due grandi gruppi” per un prezzo pari a 31,5 centesimi di euro per ogni bottiglia, mentre altre tre aziende si sarebbero aggiudicate un’altra commessa per una fornitura di pelati di pomodoro da 400 grammi grazie a un’offerta di 21,5 centesimi per bottiglia. Cifre poco sostenibili per la maggior parte delle aziende. Chi però ha deciso di accettare l’offerta più bassa è rimasto in gioco: in perdita, certo, ma garantendosi un fatturato elevato.


Gianluigi Melucci Blogger

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