ANIMA LATINA : IL DISCO DI BATTISTI - MOGOL PIU' RIVOLUZIONARIO CHE VI SIA

                                                                            ANIMA  LATINA  


Anima latina è il nono album discografico di Lucio Battisti, pubblicato nel dicembre 1974[1]dall'etichetta discografica Numero Uno.

Sebbene non goda della stessa popolarità di altri dischi di Battisti,Anima latina è oggi considerato uno dei migliori album della musica italiana.

Concepito dopo un viaggio in  America Latina, presenta delle marcate differenze rispetto alla produzione di Battisti degli anni settanta, soprattutto dal punto di vista musicale. In contemporanea con l'album, Battisti concesse una lunga intervista al giornalista Renato  Marengo di Ciao 2001che può essere considerata il manifesto teorico dell'album.

Con 250 000 copie vendute  ,Anima latina fu l'ottavo album più venduto in Italia nel 1975, raggiungendo come picco nella classifica settimanale il primo posto.


L'album rappresenta una rottura piuttosto marcata rispetto al passato ed è considerato da alcuni critici come il capolavoro di Battisti degli anni settanta: è probabilmente il suo discopiù ambizioso, complesso e sfaccettato, un originale tentativo di fusione delle sonorità e dei ritmi latini con alcune delle modalità espressive tipiche del progressive(brani lunghi, dall'orchestrazione e strumentazione estremamente composita e stratificata; ampio uso di sintetizzatori).

Uscito nel dicembre 1974, rimase primo in classifica per tredici settimane consecutive, anche se, a differenza di quanto accaduto con precedenti e successivi lavori, nessun brano specifico riuscì davvero a radicarsi nell'immaginario collettivo del grande pubblico.

Tutti i brani dell'album sono completamente privi di ritornello (tranne Due mondi, il cui ritornello è cantato da Mara Cubeddu), e hanno testi piuttosto ridotti, intervallati da lunghe sequenze strumentali dominate soprattutto dalle sonorità latine degli strumenti a corda, dai cori nonché da sezioni dominati da lsintetizzatore.

Di conseguenza, alcuni pezzi come La nuova America Separazione naturale vantano i record di testi scritti da Mogol più brevi (la prima contiene solo 6 versi, la seconda addirittura 4).

I testi di parecchi brani dell'album illustrano, dal punto vissuto dall'uomo, il rapporto di coppia; a volte i due sono adolescenti, altre vengono rappresentati da persone pienamente adulte. 

A caratterizzare il tema del rapporto tra i due protagonisti è l'antagonismo tra i sessi, laddove tra le reciproche critiche (inDue mondi, Anonimo, Gli uomini celesti), si alternano da una parte le dinamiche di separazione e dall'altra lo spiccato erotismo che, prendendo spesso il sopravvento (anche dal punto di vista strettamente musicale), tende prepotentemente a rinsaldare la coppia.

Nel pezzo finale, comunque, prevalgono le spinte di allontanamento tra i due e di malinconica rassegnazione (Separazione naturale).

A parte la tematica amorosa, la povertà e la vitalità dei paesi dell'America Latina riemergono in vari pezzi: nel complesso i paesaggi rievocati rimandano a paesaggi urbani periferici dove convivono i segni del progresso con una natura agreste ma contaminata, della quale si cerca di estrarre l'essenza.

Lucio parla di questa idea a Mogol e , al ritorno in Italia, nella primavera del 1974, si mette al lavoro negli studi Fono – Roma Sound Recordings insieme ad uno schieramento di musicisti. Lavora duro tra prove, ripensamenti e versioni poco soddisfacenti poi completamente riarrangiate e nuovamente registrate. Incide e sovra incide frasi musicali in lunghi brani dall’orchestrazione estremamente composita e stratificata, fatta di cori, fiati, percussioni e sintetizzatori: ne ricava talmente tanto materiale che in principio pensa a un disco doppio, possibilità che poi viene scartata – ad oggi comunque rimangono ancora inedite alcune registrazioni di quelle sessioni.

A poco a poco prende forma il disco che per primo metterà in discussione la fama del solido cantautorato popolare di Mogol-Battisti.  Finalmente pubblicato nel dicembre del 1974, quando i fan della prima ora posano la puntina sul disco rimangono disorientati: le parole del primo branoAbbracciala, abbracciali, abbracciati,che inizia sorniona tra rarefazioni elettroniche, sono volutamente quasi impercettibili per il basso mixaggio della voce allo stesso livello degli altri strumenti.

Il tutto secondo i piani di Lucio, come aveva preannunciato in un’intervista di Renato Marengo perCiao 2001,per costringere l’ascoltatore a concentrarsi maggiormente sulle parole nella loro interazione musicale: «Quando uno parla in mezzo agli altri se la sua voce interessa a chi ascolta viene individuata in mezzo alle altre, magari con un po’ più di attenzione. Questo ho fatto con il mio LP: ho messo la mia voce in mezzo alla mia musica stimolando gli altri a capire le parole, ad afferrare il senso o la sola sonorità […] non perché questo sia piacevole, ma perché ascoltare significa qualcosa: e ascoltare con attenzione, magari rimettendo il disco daccapo perché non si è capito, facendo irritare chi non è riuscito ad individuare al primo ascolto una parola […] è il modo che ho scelto per comunicare con gli altri, per essere presente in mezzo agli altri».

Si passa così dal tripudio dei sensi diAbbracciala abbracciali abbracciati a liriche amorose più innocenti che riguardano la scoperta del sesso come Il salame o la jam pastorale Anonimo,che si conclude con una citazione bandistica velocizzata de I giardini di marzo.Il rapporto di coppia oscilla tra critici allontanamenti e legami erotici, passando per Macchina del tempo, il brano musicalmente più complesso dell’album, incentrato sulle estreme conseguenze dell’alienazione amorosa fino ai quattro versi di Separazione naturale, il testo più breve scritto da Mogol, il malinconico allontanamento finale.

Tra le pieghe delle tematiche amorose paesaggi urbani di musica e miseria, progresso e natura contaminata tipici della vitalità sudamericana: emblematica su tutte la title track,Anima latina, con una folkloristica introduzione strumentale d’accompagnamento al quadretto di Mogol, che all’epoca ritenne essere il più bello da lui mai scritto, fino alla sfrenata danza carioca del finale.

Merita menzione ancheGli uomini celesti, samba avvolta nelle atmosfere oniriche del sintetizzatore e squarciata da un breve intermezzo percussivo, nella quale si condanna  la facilità di molte illusioni dell’epoca, prendendo le distanze da un certo conformismo modaiolo.

Che vogliate apprezzarlo come concept album di progressive rock mediterraneo capace di miscelare tradizioni musicali diverse e inusuali trovate ritmiche o come curioso esperimento, rimane indubbio che si tratti di un’opera unica e ineguagliabile che ha segnato non solo il percorso musicale di Battisti ma di molti altri artisti da allora fino ai contemporanei Verdena e Dente.


GIANLUIGI MELUCCI BLOGGER  

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