I CAMBIAMENTI CLIMATICI E L'AGENDA DEL 2030 DELLE NAZIONI UNITE


Se i paesi della Terra non prenderanno provvedimenti per limitare i gas serra, il riscaldamento globale potrebbe superare la soglia di 1,5 gradi (l'obiettivo più ambizioso dell'Accordo di Parigi) fra appena 12 anni, nel 2030.

E' questo lo scenario più grave tratteggiato dal rapporto dell'ONU-IPCC "Riscaldamento globale a 1,5 gradi", preparato a Incheon in Corea nei giorni scorsi e diffuso oggi.

"Le attività umane si stima che abbiano causato approssimativamente 1 grado di riscaldamento globale dai livelli pre-industriali, con una variazione probabile da 0,8 gradi a 1,2 gradi - si legge nel rapporto -.

Il riscaldamento globale è probabile che raggiunga 1,5 gradi fra il 2030 e il 2052, se continua ad aumentare al tasso corrente".

"Il riscaldamento da emissioni umane dal periodo pre-industriale ad oggi - prosegue la ricerca - persisterà per secoli e millenni e continuerà a causare ulteriori cambiamenti di lungo periodo sul clima, come l'innalzamento del livello dei mari, con gli impatti relativi, ma queste emissioni da sole è improbabile che causino un riscaldamento globale di 1,5 gradi".

L'IPCC in pratica sostiene che, se oggi si cominciasse a ridurre drasticamente le emissioni e ad assorbire la CO2 esistente nell'atmosfera, si potrebbe raggiungere l'obiettivo di mantenere il cambiamento globale entro 1,5 gradi, poiché le emissioni del passato da sole non provocherebbero il superamento di questa soglia.

Quattro percorsi per tenere riscaldamento entro 1,5 gradi.

Quattro percorsi possibili per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, l'obiettivo più ambizioso dell'Accordo di Parigi sul clima.

Il rapporto, lungo una trentina di pagine, prevede le conseguenze sul mondo di un riscaldamento a 1,5 gradi e indica le politiche da adottare per rimanere entro questa soglia.

Lo studio (commissionato all'IPCC alla Conferenza di Parigi del 2015) è il frutto di due anni di lavoro di 91 ricercatori da 44 paesi, che hanno esaminato 6.000 studi in materia e valutato 42.000 recensioni di colleghi e governi alle loro conclusioni.

In tutti e quattro i percorsi la quantità di gas serra di origine umana nell'atmosfera (causa del cambiamento climatico) viene ridotta.

Due i modi: attraverso il taglio delle emissioni (passaggio a energie rinnovabili e veicoli elettrici, efficienza energetica, riciclo dei rifiuti, riduzione del consumo di carne) e attraverso la rimozione della CO2 (riforestazione, cattura e stoccaggio del carbonio, quest'ultimo un procedimento ancora sperimentale).

Il primo percorso indicato dall'ONU è il più "verde": prevede di puntare sul risparmio energetico e la riforestazione.

Il secondo punta su una elevata sostenibilità di tutti i settori produttivi, con un limitato uso dello stoccaggio di carbonio (che ad oggi è fattibile tecnicamente, ma non ancora sostenibile economicamente).

Il terzo scenario vede i settori dell'energia e industriale simili a oggi, ma con una maggiore attenzione alla sostenibilità e un ricorso significativo al "carbon storage".


Il quarto percorso (quello più caro all'amministrazione Trump, ma tecnicamente futuribile) prevede uno sviluppo basato sulle fonti fossili, con forti emissioni riassorbite dallo stoccaggio di carbonio.

Questi effetti sono "aumenti delle temperature medie nella maggior parte delle terre emerse e degli oceani, degli estremi di caldo nella maggior parte delle regioni disabitate, delle forti precipitazioni in diverse regioni, della probabilità di siccità e carenza di precipitazioni in alcune regioni".

"Al 2100 - prosegue il rapporto - l'innalzamento medio globale del mare è previsto essere di 0,1 metri più basso col riscaldamento a +1,5 gradi rispetto a quello a +2 gradi". L'IPCC prevede "da 0,26 a 0,77 metri al 2100 per un riscaldamento a +1,5 gradi".

Mantenere il riscaldamento al livello più basso previsto dall'accordo di Parigi eviterà l'acidificazione degli oceani e la riduzione dell'ossigenazione.

"Sulla terra - continua lo studio - gli impatti sulla biodiversità e gli ecosistemi, comprese perdite di specie ed estinzioni, si prevede che saranno più bassi a 1,5 gradi di riscaldamento che a 2 gradi".

"I rischi legati al clima per salute, mezzi di sostentamento, sicurezza del cibo, fornite d'acqua, sicurezza umana e crescita economica si prevede che aumenteranno con un riscaldamento a +1,5 gradi e saliranno ulteriormente a +2 gradi", scrivono i ricercatori.

Gli sforzi per l'adattamento al cambiamento climatico infine "saranno inferiori con +1,5 gradi".


GIANLUIGI  MELUCCI  BLOGGER 

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