MY LIFE ON HOLD : DIALOGO CON LA CINQUANTOTTESIMA BIENNALE DI VENEZIA IN MOSTRA OPERE DELL'ULTIMA RICERCA DI MARIA CREDIDIO



 

DIALOGO CON LA 58° BIENNALE DI VENEZIA
IN MOSTRA OPERE DELL'ULTIMA RICERCA DI MARIA CREDIDIO


Si è conclusa con successo la mostra "My life on hold" alla Galleria Visioni Altre di Venezia.

All'evento espositivo, curato da Adolfina de Stefani, hanno preso parte 22 artisti di chiara fama, provenienti da differenti percorsi linguistici, che hanno dialogato idealmente con la 58° Biennale d'Arte di Venezia e con le tematiche che Ralph Rugoff, direttore e curatore della manifestazione, ha individuato per la medesima mostra.


Maria Credidio entra nel vivo del dibattito presentando proposte visive che invitano alla riflessione.

Si tratta di opere  che vanno contemplate in assoluto silenzio, dimensione quest'ultima soffocata dall'esponenziale inflazione di notizie prodotta dagli organi d'informazione.

L'artista sviluppa in modo coerente un percorso ben studiato, frutto di una visione organica,  votato all'eleganza e improntato alla raffinatezza.

Nelle opere del ciclo  LINEARI VIBRAZIONI la Credidio, negli ultimi anni , orientata a indagini di matrice minimalista, riesce a imprimere, come scrive il critico Mario Verre :

" Una  misurata vitalità alle superfici monocrome, attraverso un groviglio variabile di linee su cui scorrono rivoli di luce, capaci di indirizzare gli sguardi, in un'economia assoluta di elementi formali, scevra da ogni elemento meramente decorativo".

Maria Credidio con i lavori presenti in questa mostra, aggiunge Mario Verre : 

"Essa mira  alla creazione di immagini essenziali, basate su una rigorosa monocromia, risvegliata dai percorsi di luce prodotti dalle calibrate increspature della carta ; le opere quindi risultano antiespressive, impersonali e permeate da una marcata freddezza emozionale, come nelle migliori produzioni della Minimal Art".


La Credidio riduce i suoi lavori, come avrebbe scritto John Graham :

" Al minor numero possibile di ingredienti, allo scopo di scoprire l'ultima, logica destinazione della pittura nel suo processo di astrazione".

L'artista in sostanza abolisce in maniera perentoria ogni elemento visivo superfluo, puntando, per riprendere le parole di Giulio Carlo Argan :

"All' 'eliminazione di ogni significato implicito e all'individuazione di elementi strutturali elementari".


La mostra giunta alla conclusione ha ottenuto un grande successo sempre meritato.


Gianluigi Melucci Blogger 


 

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