LA FORZA DI PASOLINI E IL CANTO UTOPICO DI POUND



Sia Pasolini che Pound incarnano, in modo diversi, "una forza che viene dal passato" (per parafrasare il verso
pasoliniano del "Pianto di una scavatrice").


Riusano e rileggono il passato in funzione di una critica radicale del presente e di una visione utopica del
futuro.


Anche stilisticamente riprendono metri e versi della tradizione (appena deformandoli) per esprimere una
sensibilità moderna, inquieta.





Sono intellettuali inappartenenti, inclassificabili, sempre "scandalosi" nelle loro scelte di vita, a volte autolesioniste.


Sebbene Pound sembri legato a un' idea di purezza algida, selettiva – forse nata dai laghi cristallini del suo
Idaho- rivela poi nella sua poesia, in modo non dissimile da quella pasoliniana, quel sapore promiscuo ed
eterogeneo della lingua parlata, continuamente contaminata dalla prosa del mondo, dalla realtà impura.


Se pochi riescono ad avere delle visioni, pochissimi riescono a fare delle pre-visioni.


Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound concepirono nei loro pensieri una forma d'umanità i cui tratti potrebbero adattarsi facilmente ai
contorni della società odierna.


La loro critica per la deriva verso cui il consumismo e l'omologazione stava spingendo le istituzioni politiche,
sociali ed economiche, non fu solo un incubo da intellettuali disorganici.


Piuttosto il frutto di un'analisi approfondita dei fenomeni in atto nel loro tempo. E di certo anticipazione di qualcosa che si riesce a evincere
senza difficoltà dalle ultime pagine del grande libro della storia.



Pasolini e Pound si incontrarono per la prima volta nel 1967, alla fine di ottobre e dialogarono in un'intervista-
documentario di Vanni Ronsisvalle dal titolo "Pasolini-Pound. Un'ora con Ezra Pound".


In quest'intervista Pasolini si rivolge a Pound con una frase mutuata dallo stesso poeta americano e riferita
originariamente a Walt Whitman: «Stringo un patto con Te./ Ti detesto ormai da troppo tempo./ Vengo a Te
come un fanciullo cresciuto che ha avuto un padre dalla testa dura./ Sono abbastanza grande ora per fare
amicizia./ Fosti Tu ad intagliare il legno./ Ora è tempo di abbattere insieme la nuova foresta./ Abbiamo un solo
stelo ed una sola radice./ Che i rapporti siano ristabiliti tra noi».


E la risposta del vecchio Pound fu: «Bene... Amici allora... Pax tibi... Pax mundi».


Durante l'incontro che durò più di un'ora Pasolini lesse poesie di Pound e realizzò durante l'intervista, alcuni disegni molto belli dello scrittore americano.


Gianluigi Melucci Blogger 


 

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