L' UNIVERSALITA' DELL' OPERA VESTITA DI STOFFA DEL POLIEDRICO ARTISTA STEFANO BRESSANI


 


Arte, significa per lui, nella più alta delle accezioni, inventare accompagnandoti per mano nel suo Mondo, sul suo Pianeta delle Stoffe, tra i solchi che dividono lande colorate e morbide di stoffa, tracciati con ordine, logica matematica e fisiologica su quei tessuti che attraverso le sue mani sanno trasformare persino la propria storia. 

E’ così che nella sua ricerca si ritrovano gli antichi sapori del passato che innovando raccontano il futuro passando dal presente. Il suo lavoro è la risultante matematica, limpida e lineare di un logico divenire di eventi atti alla cronologia sistematica di una progettualità che ne detta le conseguenze senza perdere il sapore sognante che ne fa di ogni stante, il Bressani che tutti si trovano davanti.


L’idea di trasformare un Luogo in un Progetto, di rilevarlo, tracciarlo, percorrerlo, viverlo, assorbirlo per poi scomporlo e rimetterlo insieme attraverso il proprio stile, nasce proprio a Matera durante un anno importante, che segna per Matera e per Bressani una altrettanto importante opportunità. La città assegnata ad essere capitale della cultura Europea e l’uomo premiato come “Illuminato” quasi a sottolineare l’importanza della luce, non solo per il suo percorso, quella necessaria a tradurne appieno la “matericità” dei suoi lavori.


Attraverso la circolarità e la vita delle materie prime e ai suoi utilizzi, che destano oggi l’interesse delle masse e rendono attuali i più alti principi per cui cono concepite, l’idea di Bressani è quella di rendere eterna la stoffa, che normalmente ha uno spazio di vita rilegato nel tempo, eterna. 

L’Arte, secondo la sua filosofia, ha il compito di farlo attraverso i concetti più sottili che, espressi dall’elemento “chiodo”, minimo denominatore di tutte le sue Opere, tiene salda le incoerenze che altrimenti, scontrandosi si allontanerebbero…


Lui crea, genera, dà vita a quel legame saldo e indissolubile che ne rappresenta il simbolo di unione, di nascita e rinascita, tra aspetti che mai più si allontaneranno.

 Testimone di tutto, una luna bianca, che non è oggetto illuminante ma un punto di fuga che permette di entrare uscire dalla sua fantasia, dal suo modo di vedere le cose, che per esser diverso a prescindere, per gioco, gioca con le ombre e scambia il reale da quello che diviene irriverente per la via accademica.

 Un modo il suo di segnare il proprio territorio, è il caso di dirlo, con il gioco dell’ironia profonda che spesso lo rappresenta.


Matera, attraverso le mani del Maestro, e la sua tecnica artistica di riconosciuta paternità internazionale, ha l’occasione oggi di arricchire la propria collezione con un pezzo d’arte che va oltre l’Opera. 

Il Progetto Skultocity di Stefano Bressani segna un caposaldo di una rassegna internazionale.

Nell’Opera è possibile inoltre scorgere la sintesi dell’architettura che più ha destato interesse nella sensibilità del Maestro Bressani che, con un lavoro di taglia e cuci ha scomposto e riassemblato Matera, secondo le sue visioni, ponendo l’osservatore davanti all’opera fruitore di un gioco di ricerca e identificazione.


Il lavoro figurativo di Bressani, può essere letto attraverso la materia che egli usa gestire con la ricerca dei tessuti di abbigliamento provenienti da capi di vestiario finiti e reimpiegati attraverso una economia circolare, sapientemente preparati e confezionati per trovare nuova vita eterna attraverso l’arte.

 Trame e orditi dei tessuti vengono incastrati in un unico supporto, che ne rivela il lavoro dell’artista unico al Mondo, colorato e morbido gioco di concetti che tra le incoerenze trovano coesione attraverso l’iconico simbolo di unione: il chiodo, elemento concettuale che trova spazio senza alcuna valenza meccanica.

Stefano Bressani ha reso, con questo progetto accessibile nuovamente una delle bellezze che legava gli artisti ai territori, uno “zip” contemporaneo sostenibile alla nostra veloce cultura di oggi.

GIANLUIGI  MELUCCI  BLOGGER  POTENTINO 



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