MACARIO : LA MASCHERA DEL NOVECENTO COMPIE 120 ANNI


 

Nella crepuscolare TURIN , in quel 27 Maggio 1902 a Via Botero n 1 , nasceva la Maschera del 900 sopra una Nivola in quella sua comicità surreale , lunare , che anticipava Ionesco prima che lo stesso Macario potesse trovare una sua identità artistica in quel viso ovale , in quel ciuffettino attaccato alla fronte , con quei suoi occhi da un fumetto disegnato dal mitico Walt Disney che ripeteva "LO VEDI COME SEI ? LO VEDI COME SEI ? " tanto da essere apprezzato dal mitico Petrolini ( che ormai nessun ragazzo ricorda più ) che gli disse " Bravo che non rinneghi le tue origini ... Togliti quella parrucca.... Togliti quel naso finto .... Hai una faccia che vale un milione ...." in quello sfavillante mondo della Rivista di cui soltanto Macario ne era l'incontrastato Re.

E adesso la Mente ricorda quella sua comicità lunare , alle prese con le amarezze della Vita , che riesce sempre a vincere con quel candore e quella dolcezza , tipicamente piemontesi , in quei bellissimi film , che preludono al neorealismo cinematografico quali "Come persi la guerra" , " L' Eroe della strada" , "Come scopersi l' America " , " Il monello della strada" per poi maturare in una metamorfosi artistica che lo vedrà spalla di Totò nei suoi duetti in " Totò di notte " e "Totò sexy" fino a raggiungere quell'idillio con il mondo beat accanto a Rita Pavone in " Due sul pianerottolo" e chissà cosa avrebbe potuto fare accanto alla mitica Raffaella Carrà se , ancora oggi , fa ridere il suo duetto con la Raffa al programma televisivo Mille Luci per poi essere quel Macario che si concede , in stato di grazia , alle lusinghe del teatro di prosa in pieces di Moliere rappresentate in quel Teatro tanto agognato , tanto designato nella sua Amata Torino dove accanto a quel CEREA creato dal mantovano Gorni Kramer si enunciava quel suo profondo , disinteressato Amore per il Piemonte da evincersi persino nei caroselli pubblicitari del panettone Galup.


Ma io lo voglio ricordare come Vincenzo che in quella STAZIONE DI SERVIZIO riusciva a celebrare l'inizio di una Vita , la fine di una Vita in quel suo monologo che ancora oggi mi fa commuovere per la sua naturalezza nell' essere istrionico , autore e attore di un calibro e di uno spessore che nessun altra Maschera lo potrà eguagliare.


GIANLUIGI  MELUCCI  BLOGGER  POTENTINO  

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