DU COTE DE LA NATURE : 6 VISIONI AL FEMMINILE 17.04.2022


 



Du côté de la nature - 6 visioni al femminile 

delle artiste

Selen Botto | Emma Bourgin | Vesna Bursich 

Astrid Fremin | Licia Martini | Elena Tortia 

Il filosofo coreano Byung-Chul Han, nel suo saggio intitolato Elogio della terra. Un viaggio in 

giardino (Nottetempo, Milano 2022), ci ha ricordato come noi tutti stiamo perdendo 

“qualsiasi sensibilità nei confronti della terra, non sappiamo più cos’è”. “Se 

l’abbandoniamo”, egli ha affermato, “ci abbandona anche la felicità”. Proprio perché la 

“terra è bella” e “magica”, ci dobbiamo rendere conto allora che il “Bello ci impone il trattar 

bene”. Ora, le sei artiste che partecipano alla mostra Du côté de la nature si pongono 

effettivamente a fianco della natura e si fanno carico della bellezza della terra sempre più a 

rischio, a causa della crisi climatica, della pandemia e, da ultimo, del grave conflitto russo-

ucraino, con tutte le sue nefaste conseguenze a livello soprattutto umanitario. Selen Botto, 

Emma Bourgin, Vesna Bursich, Astrid Fremin, Licia Martini ed Elena Tortia sono artiste 

impegnate a perseguire una visione etica dell’arte. 


Ciascuna artista ha proposto un proprio 

punto di vista sul nostro presente, evidenziandone gli stati di sofferenza, ma, al contempo, 

prospettandoci anche un’idea di arte come ricerca di armonia e cura della nostra esistenza. 

Selen Botto (Torino, 1992) ha progettato un’installazione di scatti fotografici che ci 

proiettano sulle spiagge del Mediterraneo e ci pongono di fronte, non senza una certa ironia, 

al processo in atto di inquinamento planetario provocato dalla spazzatura derivata dagli 

scarti di materiali plastici. 


Affascinata dalla caratteristica sensibile della cera d’api, una 

sostanza materiale che è allo stesso tempo colore, odore, luce, residuo del paesaggio, 

l’artista francese Emma Bourgin (nata in Francia nel 1989) l’ha fatta diventare il materiale 

essenziale del suo lavoro. 


Vesna Bursich (Torino, 1974) affronta la questione ambientale dal 

punto di vista degli animali, immaginandoli come vittime del mutamento drammatico del 

loro ecosistema. Nella sua installazione vi sono poi dipinti e disegni che raffigurano 

maschere antigas, sia come un monito allarmante, sia come una loro intrepreazione 

grottesca. 


Nelle installazioni e nelle performances di Astrid Fremin (nata in Normandia, 

Francia, nel 1963), l’uso del corpo e la partecipazione interattiva del pubblico sono due 

cardini essenziali della sua visione del mondo, con i quali cerca di catturare le energie .


GIANLUIGI MELUCCI BLOGGER POTENTINO 

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