INTERVISTA ALL' ARTISTA SILVIA BECCARIA LE LUNE DEL CUORE 19 APRILE 2022


       METAMORFOSI (2009) foto di MARIANO DALLAGO 



RIFUGIO (2020) Foto di MARIANO DALLAGO



 

SILVIA BECCARIA ARTISTA  LE LUNE DEL CUORE (2022) Foto di Kristin Man 


Lune del cuore" di Silvia Beccaria e Danila Ghigliano a cura di Enrico Perotto 

Palazzo Samone ,
 via Amedeo Rossi 4 Cuneo
Inaugurazione 22 aprile ore 17 e 30


La mostra allestita al piano nobile di Palazzo Samone sarà visitabile dal 22 aprile al 29 maggio 2022, 

venerdì, sabato e  domenica dalle ore 16.00 alle  ore 19.00, con ingresso libero


                 INTERVISTA  "LE LUNE DEL CUORE"  19.04.2022 



Intervista le lune del cuore

 

 

 

1)Quale installazione artistica ti ha maggiormente ispirato per creare questa mostra “Le lune del cuore” ( Silvia Beccaria e Danila Ghigliano a cura di Enrico Perotto).

 

Il tema generale della rassegna di arte contemporanea, nella quale è inserita la mostra dal titolo “Le lune del cuore”, è HELP|humanity.ecology.liberty.politics che abbraccia tutte le mostre presenti, tematica che ogni artista ha interpretato attraverso il proprio lavoro.


Un grande impegno collettivo che ha come primi protagonisti tanti soggetti uniti dalla convinzione che l’arte, oggi più che mai, possa essere necessaria per confrontarsi e ragionare sui più pressanti problemi che affliggono l’uomo contemporaneo e il pianeta su cui vive e che solo la cultura, attraverso la solidarietà e la condivisione, possa offrirci prospettive migliori di quelle che abbiamo di fronte” https://www.grandarte.it/edizioni/help/.

HELP per me è un grido di aiuto, la ricerca di un rifugio data la difficoltà del momento storico che stiamo vivendo….Sentimenti di inquietudine, insicurezza, fragilità, smarrimento, incertezza, instabilità mi attanagliano oggi più che mai.

Una delle installazioni presenti in mostra è intitolata appunto Rifugio (2020) un’opera che ricompone le trame dell’infanzia e dei ricordi di un’oasi felice. 


Un intreccio di tenerezza e nostalgia che supporta e sostiene nei momenti di inquietudine, di smarrimento e che aiuta a far fronte alla tempesta di un mondo che si sgretola in mille pezzi.

Essere fragili non è un disvalore, nelle nostre fragilità è presente sensibilità, gentilezza, delicatezza che consentono di ascoltare, accogliere e comprendere gli altri conferendo senso alla vita. 


Ammettere le fragilità, le paure e le debolezze spinge in qualche modo a ritessere le lacerazioni, nella speranza di una società più umana….

 

2)Qual è la poetica generale del tuo lavoro artistico ?

 

Il mio percorso d'artista si concentra prevalentemente sull'utilizzo del ricamo e dell'intreccio come mezzi espressivi coadiuvati talvolta da altri supporti narrativi come video e performance. 

Quello che amo particolarmente nel mio lavoro è il percorso, la ricerca, che spazia dalla letteratura alla scienza e che precede la realizzazione dell’opera. 

Amo il perché più che il come e mi interessa la tecnica ma soprattutto per il suo significato simbolico e la valenza concettuale intrinseca ai materiali. 

Il mio progetto artistico prende vita dal senso dell’arte dell’intreccio che contiene, nel suo significato più profondo, il concetto di scrittura e racconto.

 Intrecciare è infatti l’arte del comporre una trama così come fa lo scrittore con la penna su un foglio di carta.... 

Le trame sono i miei colori e i miei pennelli, “dipingo” con materiali che trasformo in filamenti intrecciabili, quali gomma, plastica, carta e così via, quelli che meglio, di volta in volta, mi permettono di esprimere il concetto dell’opera e di “scrivere il mio racconto”. 

L’incanto della natura, il visibile e l’invisibile, la bellezza del linguaggio e della poesia, le connessioni tra intreccio e scrittura, i luoghi della memoria, le riflessioni sulla vita e sulla morte diventano parte integrante dei miei racconti creati filo dopo filo dando vita a sculture e installazioni che germogliano dalla tela.

 

3) Quali versi poetici vorresti ascoltare adesso per creare un’opera visiva?

 

I versi poetici che vorrei ascoltare sono proprio quelli evocati nel mio progetto “Ed è subito sera” (2019/2020) 

(titolo che rimanda alla famosa poesia di Salvatore Quasimodo) costituito da undici opere luminose in cui,   attraverso le parole di alcuni poeti a me cari (Montale, Saba ecc) e la musicalità della loro poesia, ho voluto esorcizzare  pensieri sulla fugacità della vita, la caducità, la solitudine e l’angoscia della morte e dare luce alla forza vitale.  

“Ed è subito sera” , presente nella mostra “Le lune del cuore”,  ritrova nelle parole dei poeti dense e scarne le tormentate riflessioni sulla condizione dell’esistenza umana. 


La musicalità dei versi ci libera dai pensieri che ci affliggono dando luce alla forza vitale….

 

4) Quali sono stati i tuoi Maestri?

La passione per l’arte mi ha accompagnato negli anni e mi ha portata, dopo una laurea in Filosofia, ad approfondire i miei studi con l’artista olandese Martha Nieuwenhuijs, fiber artist e pittrice, per me grande riferimento e grande Maestra.

Successivamente, unendo la passione per l’intreccio con i miei studi in Arteterapia, ho iniziato a lavorare per la didattica museale e in centri diurni per ragazzi portatori di handicap.

 Qui ho utilizzato l’arte come strumento educativo e terapeutico, un’esperienza fondamentale per lo sviluppo della mia sensibilità artistica, un percorso “maestro di vita“ che mi ha arricchito sia professionalmente che umanamente. 

Inoltre alcune artiste, tra cui Maria Lai e Louise Bourgeois, sono state per me importanti e, negli anni, leggendo e seguendone il lavoro, mi sono scoperta vicina al loro sentire.

 

 

5) Quale quartiere di Torino ti piace di più per creare le tue opere visive?

 

Il quartiere di Torino Vanchiglia è quello che amo, quello in cui vivo e nel quale ha sede il mio studio, luogo dove nascono tutte le mie opere.

Nel 2009 ho addirittura creato un’opera ispirandomi al nome stesso di Vanchiglia.

Un’installazione dal titolo Metamorfosi che è nata da una parola, come se la parola creasse le cose….Ho pensato ad una  delle possibili etimologie di Vanchiglia che fa discendere il nome da “Vinchilia”, borgo dei Vinchi cioè dei salici (latino vinculum ‘salice’,la zona dei vinchi, intesi appunto come giunchi o arbusti, dal latino vallis iuncea, valle dei giunchi, appunto) che costituivano anticamente l’argine naturale alle rive del Po ed ho lavorato sulla metamorfosi nome-donna-albero. 


Queste sculture, in rami di salice, mostrano che le forme si generano una dall’altra, si rispecchiano e si ricreano in sempre nuove trasformazioni della materia, in dimensioni e movimenti nello spazio.


SILVIA BECCARIA  ARTISTA 


Gianluigi Melucci Blogger Potentino 

 

 

 

 

 

 

 


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