SILVIA BECCARIA ( 2022) Foto di Kristin Man
LE LUNE DEL CUORE
Le lune del cuore
delle artiste
Silvia Beccaria e Danila Ghigliano
In mostra le espressioni di due artiste che si interrogano su ciò che accade nel mondo,
propendendo per la fragilità della poesia che ha però la forza di portare luce e affettività alle
nostre incerte esistenze.
Il titolo deriva da un verso della poesia “Sempre e Mai” di Paul Celan dedicata alla poetessa
Ingeborg Bachmann e tratta dalla raccolta Papavero e memoria del 1952. Le due artiste,
accomunate da una propensione lirica per il potere delle parole dei poeti di lenire i mali che
affliggono le nostre vite, ci propongono le loro personali interpretazioni del “tempo del cuore”
cantato da Celan, che “come un pendolo / oscilla tra Sempre e Mai”, tra il passato dimenticato
e “lo spettro di ciò che sarà”. Il tempo dei desideri sognati o appagati e quello delle nostre più
intime tensioni psicologiche ci riappaiono nelle loro rispettive opere in veste di riflessioni sui
valori essenziali del nostro essere, sottoposti da ciascuna artista ad un’attenta e suggestiva
rivisitazione, in grado di svelare le relazioni poetiche che intercorrono fra noi e il mondo.
Entrambe le artiste ci permettono di ritrovare la nostra essenza poetica, accogliendo pensieri
e sentimenti condivisi che ci possono riconciliare con il nostro senso di umanità, così oltraggiato
ai nostri giorni dalle forze avverse che mirano piuttosto alla negazione della bellezza.
Attraverso il ricamo e l’intreccio, o anche con il ritaglio e l’accostamento di intere frasi vergate
a mano, Silvia Beccaria riscrive, trascrive o riordina liberamente scritti di altri a lei cari, per
opporre all’oscurità del mondo prosaico la luce e il vigore delle parole di celebri poetesse e
poeti moderni e contemporanei. Ecco il Progetto Ed è subito sera del 2019/2020, realizzato
tessendo 11 testi di autori di varie nazionalità esposti in riquadri retroilluminati, i cui contenuti
rinviano a pensieri sofferti e dolenti sulla vita, ma che le armonie dei versi possono aiutarci a
superare, rigenerandoci interiormente. Ecco, da un lato, l’installazione intitolata Rifugio del
2021, nella quale l’artista ha operato con una precisa attività di ricomposizione delle tracce
grafiche di bambini in età scolare, che valgono come trame di ricordi d’infanzia che ci
riconciliano con il nostro travagliato presente; ed ecco, dall’altro, l’opera Tenerezza del 2021,
composta di nove quadri che inscenano orditi di memorie ricostruite del passato infantile
dell’artista e che esprimono i nostri comuni sentimenti di nostalgia per le passate e più gioiose
stagioni della vita, e che si sbaglia a non farne più oggetto di reminiscenza, perché, come ha
detto Louise Bourgeois, che l’artista torinese ama richiamare, “non c’è distruzione, dove c’è
ricostruzione”.
Danila Ghigliano, da parte sua, allestisce minimi accadimenti scenici o piccole storie per gli
occhi e la mente, in cui compaiono segni e strutture del linguaggio poetico, attraverso il quale
si accede ai nostri sogni illuminati da lune bianche e si visualizzano i desideri reconditi della
psiche umana. Nelle opere di Danila, in cui sono inclusi il disegno a matita, il pastello,
l’incisione, il segno colorato e la pennellata su papier mâché, si evocano visioni e sensazioni di
accadimenti che riflettono le aspettative più intense ed emozionanti della Nostra Vita.
GIANLUIGI MELUCCI BLOGGER POTENTINO
Complimenti sinceri a Silvia Beccaria
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