LE LUNE DEL CUORE IN MOSTRA DAL 22 APRILE 2022 ( 17.04.2022)


 SILVIA BECCARIA ( 2022)  Foto di Kristin Man 

                        LE  LUNE DEL CUORE 


Le lune del cuore 

delle artiste 

Silvia Beccaria e Danila Ghigliano 

In mostra le espressioni di due artiste che si interrogano su ciò che accade nel mondo, 

propendendo per la fragilità della poesia che ha però la forza di portare luce e affettività alle 

nostre incerte esistenze. 

Il titolo deriva da un verso della poesia “Sempre e Mai” di Paul Celan dedicata alla poetessa 

Ingeborg Bachmann e tratta dalla raccolta Papavero e memoria del 1952. Le due artiste, 

accomunate da una propensione lirica per il potere delle parole dei poeti di lenire i mali che 

affliggono le nostre vite, ci propongono le loro personali interpretazioni del “tempo del cuore” 

cantato da Celan, che “come un pendolo / oscilla tra Sempre e Mai”, tra il passato dimenticato 

e “lo spettro di ciò che sarà”. Il tempo dei desideri sognati o appagati e quello delle nostre più 

intime tensioni psicologiche ci riappaiono nelle loro rispettive opere in veste di riflessioni sui 

valori essenziali del nostro essere, sottoposti da ciascuna artista ad un’attenta e suggestiva 

rivisitazione, in grado di svelare le relazioni poetiche che intercorrono fra noi e il mondo. 

Entrambe le artiste ci permettono di ritrovare la nostra essenza poetica, accogliendo pensieri 

e sentimenti condivisi che ci possono riconciliare con il nostro senso di umanità, così oltraggiato 

ai nostri giorni dalle forze avverse che mirano piuttosto alla negazione della bellezza. 

Attraverso il ricamo e l’intreccio, o anche con il ritaglio e l’accostamento di intere frasi vergate 

a mano, Silvia Beccaria riscrive, trascrive o riordina liberamente scritti di altri a lei cari, per 

opporre all’oscurità del mondo prosaico la luce e il vigore delle parole di celebri poetesse e 

poeti moderni e contemporanei. Ecco il Progetto Ed è subito sera del 2019/2020, realizzato 

tessendo 11 testi di autori di varie nazionalità esposti in riquadri retroilluminati, i cui contenuti 

rinviano a pensieri sofferti e dolenti sulla vita, ma che le armonie dei versi possono aiutarci a 

superare, rigenerandoci interiormente. Ecco, da un lato, l’installazione intitolata Rifugio del 

2021, nella quale l’artista ha operato con una precisa attività di ricomposizione delle tracce 

grafiche di bambini in età scolare, che valgono come trame di ricordi d’infanzia che ci 

riconciliano con il nostro travagliato presente; ed ecco, dall’altro, l’opera Tenerezza del 2021, 

composta di nove quadri che inscenano orditi di memorie ricostruite del passato infantile 

dell’artista e che esprimono i nostri comuni sentimenti di nostalgia per le passate e più gioiose 

stagioni della vita, e che si sbaglia a non farne più oggetto di reminiscenza, perché, come ha 

detto Louise Bourgeois, che l’artista torinese ama richiamare, “non c’è distruzione, dove c’è 

ricostruzione”. 

Danila Ghigliano, da parte sua, allestisce minimi accadimenti scenici o piccole storie per gli 

occhi e la mente, in cui compaiono segni e strutture del linguaggio poetico, attraverso il quale 

si accede ai nostri sogni illuminati da lune bianche e si visualizzano i desideri reconditi della 

psiche umana. Nelle opere di Danila, in cui sono inclusi il disegno a matita, il pastello, 

l’incisione, il segno colorato e la pennellata su papier mâché, si evocano visioni e sensazioni di 

accadimenti che riflettono le aspettative più intense ed emozionanti della Nostra Vita.


GIANLUIGI MELUCCI BLOGGER POTENTINO 

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