INTERVISTA ALLA STORICA DELL' ARTE FIORELLA FIORE 09.04.2024


 

                                    FIORELLA FIORE


1) FIORELLA CARA QUAL È STATO L ' EVENTO CHE TI HA FATTO EMOZIONARE DURANTE LO SVOLGIMENTO DELLA TUA ATTIVITA' ? 

1. Come sempre, l'incontro con pubblici diversi. Mi è accaduto proprio durante una delle visite guidate che ho tenuto durante la mostra “Ron Galella. Italian Icons” insieme a una cooperativa che è venuta in visita; persone che hanno vissuto molte vite, con esperienze anche complesse alle spalle, ma che mi hanno regalato spunti importanti e nuovi sguardi sul mondo. 

E poi l'incontro con i più giovani: a me non piace la narrazione che vorrebbe i ragazzi di oggi incapaci di interessarsi; ne ho visti molti durante questa mostra con una luce bellissima negli occhi, la stessa che ho colto anche in altre giovani donne e giovani uomini in altri momenti della mia vita professionale. 

Quando questo accade, la "comunità educante", di cui mi sento parte, ha raggiunto il suo obiettivo.

2) Cara Fiorella parlaci degli Artisti Maria Padula e Giuseppe Antonello Leone 


2)        Sono stati due innovatori. 

Giuseppe Antonello Leone è stato un artista che ha nutrito un immenso rispetto per ogni materiale, dall'argilla all' ebano, affascinato da sempre dalla possibilità di dare nuova vita alle cose, rendendo ogni oggetto un’opera d’arte. Una caratteristica che ha portato Philippe Daverio a definire la sua creatività “straordinaria”, “nel senso più letterale del termine e cioè fuori dall’ordinario”, in grado di trasformare un tappo di spumante in un ritratto, un rotolo di carta in un animale e così via. 

Negli anni Cinquanta avviene l'incontro fondamentale nella sua vita, quello con Maria Padula, con la quale inizia un sodalizio di vita e d' arte in Lucania, entrando a far parte di quell’ampio movimento culturale di riscatto che muove i suoi passi con Rocco Scotellaro, Manlio Rossi Doria, Tommaso Pedio, Concetto Valente.

 Nella loro di casa di Montemurro erano frequenti gli incontri con questi personaggi e altri fondamentali come Leonardo Sinisgalli.

 È proprio con Maria che rende possibile la formazione di una vera e propria Scuola d’Arte Lucana, attraverso la fondazione del primo Istituto d’Arte a Potenza, arginando la diaspora verso Salerno e Napoli dei ragazzi del luogo intenzionati ad imparare il mestiere dell’artista.

 Su Maria Padula, artista e donna in un'epoca in cui non era facile esserlo, consiglio la lettura del profilo biografico a cura della Prof.ssa Mariadelaide Cuozzo, su Treccani: https://www.treccani.it/enciclopedia/maria-padula_(Dizionario-Biografico)/

3) Quali sono , cara Fiorella , un libro che ti ha Affascinato ieri da Ragazza e un libro che ti ha affascinato oggi?

3. Uno solo non basta, ma direi sicuramente "Cent'anni di solitudine" di Gabriel García Márquez, che ho amato anche attraverso un ciclo pittorico (in parte ad esso ispirato) dell'artista Pedro Cano, sul quale ho scritto la mia tesi di laurea.

 Di recente ho scoperto invece "Il Nome della Rosa" di Umberto Eco: avevo visto il famoso film con Sean Connery, ma non avevo mai letto il libro. 

L'ho scoperto in età adulta e grazie alla formula dell'audiolibro che è quella che è diventata per me congeniale in questa fase della mia vita , l'ho amato moltissimo.

4) Carissima Fiorella è difficile svolgere la tua professione in terra lucana?

4. È una professione difficile da svolgere soprattutto nell'Italia di oggi, dove il comparto della cultura è sotto finanziato e sottovalutato nell'ambito delle politiche strategiche dello sviluppo del Paese.

 Ovviamente è una valutazione completamente errata.

 Come scrivono Antonio Carnevale e Stefano Pirovano nel testo "Scene da un patrimonio", "come in tutti gli ambiti, anche in quello artistico le cose funzionano se ben fatte, e per questo occorrono professionisti competenti. 

Nel mondo della ristorazione si dice che se prepari una buona cena a un cliente nuovo ne guadagni tre, ma se gliene prepari una cattiva ne perdi sette", ma questo in Italia pare lo comprendano in pochi.

 Spesso, e non solo in Basilicata, si affidano mansioni a persone assolutamente improvvisate, invece che a personale qualificato e gli esiti poi di queste operazioni parlano da soli. 

In ogni caso, a mio parere, in Basilicata, dove le reti di conoscenza tra operatori culturali sono abbastanza "corte" e sono presenti diverse reti di collaborazione e sono meno stringenti i vincoli di un "sistema" dal quale siamo, per motivi diversi, esclusi, si rivela essere paradossalmente più semplice fare innovazione e ricerca.

5) Carissima Fiorella credi che la Villa Romana di Malvaccaro sia troppo poco valorizzata?

5. Qualsiasi sito, pur ricco di evidenze artistiche, ha ragione d'essere quando è al centro di un intervento di valorizzazione e promozione culturale programmato con rigore scientifico e per interventi a lungo periodo.

 Interventi spot, che in quanto tali non hanno continuità, pur meritevoli, non bastano.

 Il problema della Villa romana di Malvaccaro, così come di altri luoghi della nostra regione, è la gestione ed è quindi necessario partire da lì.

 Un buon modello di gestione è dato ad esempio dalla Torre di Satriano in Tito, in cui il Comune di Tito, ormai dal 2015, riesce a tenere aperto e fruibile il sito attraverso l'affidamento prima all' Associazione Memorìa e ora al Centro Studi Poliziano.

 L'unica strada possibile è la sinergia tra pubblico e privato. 

Bisognerebbe quindi partire da un tavolo di lavoro che possa mettere a punto un piano strategico di lungo periodo chiamando a raccolta non solo tutti gli enti interessati, ma anche le associazioni e i professionisti che negli anni hanno cercato di sopperire alle mancanze governative con azioni di valorizzazione, importantissime perchè, come riportato dalla Convenzione di Faro, bisogna rafforzare il ruolo delle "comunità di patrimonio", perché "chiunque da solo o collettivamente ha diritto di contribuire all'arricchimento del patrimonio culturale" (art. 5).

 La partecipazione dei cittadini è fondamentale, ma da sola non basta.

6) Cara Fiorella ami di più la Pop Art oppure l' Arte Figurativa ?

6. Difficile rispondere! Tendenzialmente la Pop Art è stata anche figurativa, quindi direi l'ambito figurativo. Ma un grande artista riesce nel suo intento a prescindere dal genere.

7) Cara Fiorella si potrebbe realizzare un Museo Internazionale della Fotografia a Potenza ?

7. Non solo si potrebbe, ma si dovrebbe. Più che a Potenza direi sicuramente in Basilicata: archivi di pregio sono custoditi a Tricarico ad esempio, come i fondi fotografici, tra gli altri, di Henry - Cartier Bresson, Mario Cresci, Fosco Maraini. D'altra parte la Basilicata è stata meta di alcuni dei più grandi maestri: Gerhard Rohlfs, lo studioso berlinese che nella metà degli anni Venti del Novecento giunse in Basilicata per studiarne i diversi dialetti; Giovannino Guareschi, che negli anni Trenta venne a svolgere qui il servizio militare. Negli anni Cinquanta fu la volta di Arturo Zavattini, Franco Pinna, Andrè Martin, Ando Gilardi, tutti al seguito di Ernesto De Martino, autore della celebre inchiesta etnografica. 

Nel 1952 vi giunse appunto Henri Cartier-Bresson che vi ritornerà anche nel 1973. Seguirono nel 1959 il regista Luchino Visconti, con il fotografo Paul Roland, nel 1962 il bergamasco Rinaldo Della Vite che immortala con scatti di grande forza emotiva il territorio del Vulture Melfese, cui faranno seguito David Seymour, Joseph Koudelka, Folco Quilici. Nel 1967 Mario Cresci che, in seguito, con Franco Fontana, Luigi Ghirri, Aldo La Capra e Cuchi White furono protagonisti del volume, introdotto da Raffaele Nigro, "Basilicata. Il fascino discreto di una terra antica". 

Nel 1993 il fotografo belga, Guy Jamotte, immortala il Pollino, mentre Antonio Pagnotta ripercorre le ambientazioni del "Cristo si è fermato ad Eboli" di Carlo Levi nel volume "La ruota, la croce e la penna". 

Insomma, sicuramente la Basilicata ha tutte le potenzialità di poter avere un grande museo della fotografia che sarebbe non tanto un "attrattore" turistico, ma soprattutto un luogo di conoscenza prima di tutto per i cittadini lucani. 

Certo, c'è bisogno di un investimento importante ma, soprattutto, di una visione di lungo periodo che sappia mettere insieme la tutela, la valorizzazione e la fruizione di questo patrimonio.


BIOGRAFIA FIORELLA FIORE 


Storica e critica d’arte, dal 2008 si occupa di curatela, critica e gestione di eventi culturali, in particolare per la Basilicata, dove ha scelto di rientrare dopo gli studi, collaborando, però, anche con diverse realtà fuori

regione e a progetti di respiro internazionale. Già co-fondatrice dell'Associazione Liberascienza, da gennaio 2016 è stata prima socia, poi rappresentante regionale per la Basilicata, poi coordinatrice nazionale, e infine socia Advisor, dell' Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO, per il quale si è occupata dell’organizzazione del primo UNESCO Italian Youth Forum che ha avuto luogo a Matera nel 2018. Dal 2016 collabora con la testata nazionale “Il Giornale dell’Arte”. Dal 2017 è consigliera del coordinamento Basilicata-Calabria di ICOM Italia. Da febbraio 2020 è iscritta nell’elenco nazionale dei professionisti competenti a eseguire interventi sui beni culturali (D.M. 244 del 20 maggio 2019) per la Basilicata. Da ottobre 2021 è PhD student presso il corso “Cities and Landscapes: Architecture, Archaeology, Cultural Heritage, History and Resources”, XXXVII ciclo, DiCEM - Università degli Studi di Basilicata.



POTENZA 09 APRILE 2024


GIANLUIGI MELUCCI BLOGGER POTENTINO 



 

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