UN COVO DI VIPERE
Carissimi Amici ecco un altra , nuova ed intrigante avventura del Commissario più amato d'Italia che può essere paragonato , per i suoi meriti e la sua fama , al Maigret di Simenon , al Sherlock Holmes di Conan Doyle , al Nero Wolfe di Rex Stout oppure all'Aristoteles della giovane Margaret Doddy. Ormai Salvo Montalbano ha 55 anni e un eterna fidanzata , Livia Burlando che vive nella ridente Boccadasse vicino Genova. Ormai la loro storia d'amore si basa su sciarratine fatte al telefono e su incontri ravvicinati fatti in lunghi e noiosi week end che tengono vivo un rapporto basato su una solida amicizia di due esseri che , ormai raggiunte le loro canoniche età , si ritrovano a vivere un rapporto interpersonale dedito più ad eludere la solitudine che a rimarcare la passione di un dolce e tenero sentimento.
Ormai noi sappiamo che Salvo :
- Non ama guidare nel traffico ;
- Odia le cataste di documenti che si affastellano sulla sua scrivania;
- Non vuole essere disturbato mentre mangia ;
- Apprezza la buona cucina di Adelina ;
- Ama la buona compagnia di Mimì Augello , Fazio e il centralinista Catarella ;
- Fa bei Sogni colorati ove i personaggi si uniscono in un intreccio tra noir e fantasia.
Il romanzo inizia proprio con un sogno ( come sempre premonitore di eventi futuri ) che viene immaginato come uno dei quadri del più mirabile ed eccelso pittore futurista HENRI ROUSSEAU detto IL DOGANIERE perchè visse in questo mondo non soltanto di Arte ma anche dell'onesta paga di gabelliere nell'ufficio comunale del dazio di Parigi. Da lì Montalbano s' interroga sulla sua Malinconia che gli permette di crescere e maturare con il Tempo analizzando la sua voluta e ricercata Solitudine nel MARE MAGNUM delle difficoltà e delle peripezie che si incontrano nella Vita di tutti i singoli giorni alla luce di un sereno ed amaro crepuscolo ove la greca tragedia manifesta il suo virtuoso Talento nel dramma di una Normale Esistenza. Poi si ritrova a dover affrontare l'inspiegabile Morte di un Uomo insospettabile , vedovo , tranquillo con la fedina penale punita , di professione Ragioniere che , però , mezza Vigata vorrebbe morto compresi i suoi due figli.
Sicuramente un romanzo avvincente , ben strutturato che ci offre ancora splendide emozioni come il Sommo Camilleri sa regalarci anche se , ho notato , una certa continuità narrativa ad un precedente romanzo "LA LUNA DI CARTA" dove non erano state approfondite alcune interessanti tematiche che rendono quest'ultima fatica letteraria impareggiabile rispetto a ciò che viene offerto dall'attuale panorama letterario.
Ormai possiamo affermare che leggere un romanzo di Camilleri oppure un romanzo di Simenon è come bere un ottimo Moscato di Pantelleria oppure mangiare una Invitante Caponatina come solo Adelina la sa preparare.
Gianluigi Melucci
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