ENZO PETRACCONE

 

 

                                                       ENZO PETRACCONE MURO LUCANO

 

 

             Enzo (Vincenzo Maria) PETRACCONE -"Il Giorno" di Napoli - Medaglia d'argento al valor militare alla memoria


Nato il 23 dicembre 1890 a Muro Lucano (Potenza). Figlio di Gerardo. Tenente della 129^ batteria dei bombardieri. Morto il 15 giugno 1918 sul monte Valbella sull'altipiano di Asiago. In un primo tempo era stato dato per disperso. Il suo corpo fu poi ritrovato, ma solo dopo parecchi mesi. Fu insignito di medaglia d'argento al valor militare alla memoria con questa motivazione: "Comandante di una posizione durante un irruzione nemica, avvisato del pericolo incombente, si spingeva arditamente con altro ufficiale oltre la linea dei pezzi per chiarire la situazione: accerchiato da nuclei di nemici, dopo accanita resistenza, cadde da prode sul campo".
Scrittore, critico d'arte e giornalista. Fu grande amico e allievo di Benedetto Croce e lavorò al "Giorno", diretto da Matilde Serao. Fu detto lo scrittore-soldato. Una delle più belle figure di eroi che la Basilicata abbia dato nella Grande guerra.


Come ricorda Giovanni Petraccone in un suo ampio articolo su "La Basilicata nel Mondo - 1924-1927) suo fratello Enzo "dimostrò sin dall'infanzia svegliatezza d'ingegno ed indole vivacissima: compiuti i primi studi nella città nativa, si trasferì per gli studi ginnasiali e liceali a Napoli ove frequentò il R. Liceo Antonio Genovesi, nel quale ora una lapide ne ricorda il nome tra quelli dei Caduti nella grande guerra che uscirono da quell'Istituto. Benché egli non potesse dirsi un ottimo scolaro, tuttavia dimostrò ben presto un grande amore per la lettura ed anche desidèrio di notorietà e di fama pur dicendo di non avere alcuna fiducia in sé stesso: era cioè già in lui una vena di scetticismo e di sfiducia nelle sue forze in contrasto col desiderio di esser qualcuno e con quanto andò a mano a mano facendo nel campo degli studi; scetticismo che culminerà in quei Colloqui col cane Tell, scritti al fronte, compenetrati di amara tristezza, ed anch'essi in contrasto con l'opera sua di ottimo soldato che si apprestava a dar la vita per la patria.
Laureatosi in lettere Petraccone fu, oltre che letterato, anche giornalista. Scrisse infatti per diversi quotidiani e settimanali tra cui "Il Secolo XIX"," Il Mattino", "Il Giorno", diretto da Matilde Serao, "Il Giornale d'Italia", la "Tribuna", il "Fanfulla della Domenica", e altre testate come"Orfeo", il "Corriere del Vomero e di Posillipo", "Noi e il Mondo","Emporium" e "Italia I".
Scrisse diverse opere tra cui: "L'isola di Capri", "La commedia dell'arte" (con prefazione di Benedetto Croce), "Luca Giordano", "Cagliostro nella storia e nella leggenda". Poco prima di partire per la guerra in cui doveva trovare morte gloriosa, aveva affidato al Croce un'interessante "Antologia de La Commedia dell'arte", che fu poi magnificamente edita postuma da Riccardo Ricciardi. Partì come volontario per la Prima guerra mondiale in cui trovò la morte. Con queste parole Benedetto Croce tracciò la sua fine gloriosa: "Così questo giovane che non ciarlava di politica, che non portava sulle labbra parole enfatiche, che si ammantava volentieri di freddezza e asseriva di non credere a nulla, andò forte e sereno a dare la sua vita per la patria e la dette in una memorabile giornata nella quale, per opera sua e degli altri a lui simili, furono restaurati l'onore e la fortuna d'Italia".

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