Da domani in edicola un numero eccezionale di MicroMega sull'Europa




Newsletter | 7 maggio 2014 | micromega.net |       


DA DOMANI IN EDICOLA IL NUOVO NUMERO DI MICROMEGA

VÁCLAV HAVEL  La pazienza e l'imprevisto
Uno dei leader della 'rivoluzione di velluto' – in questo testo inedito in italiano – racconta come gli imprevisti della storia lo portarono alla presidenza della Cecoslovacchia e si interroga sul futuro dell'Europa

DANIEL COHN-BENDIT  Confessioni di un libertario sentimentale
Conversazione con uno dei protagonisti del Sessantotto, poi leader dei Verdi tedeschi, da vent'anni nel parlamento europeo. E che recentemente ha deciso di lasciare la politica per tornare a vita privata

e sull'Europa saggi di JÜRGEN HABERMAS, HANS MAGNUS ENZENSBERGER, PAOLO FLORES D'ARCAIS, ULRICH BECK, PETROS MARKARIS, LUCIANO GALLINO, PHILIPPE VAN PARIJS, VLADIMIRO GIACCHÉ, CHRISTIAN ELIA, GUIDO CALDIRON

Alla vigilia delle elezioni del 25 maggio, MicroMega dedica all'Europa un numero che sarà in edicola, libreria e su iPad a partire dal prossimo 8 maggio. Presente anche un focus sul caso Ilva di Taranto con una dettagliata disamina sulle responsabilità politiche del governatore pugliese Nichi Vendola.

In apertura due saggi, in contrapposizione tra loro, firmati dal direttore Paolo Flores d'Arcais e dal filosofo tedesco Jürgen Habermas: due diversi approcci alla crisi di legittimità democratica che affligge l'Unione europea.

Nel numero si analizza la crisi europea da un punto di vista economico, politico, ideale e di identità. Dal sogno dei Stati uniti d'Europa e patria delle libertà, della giustizia e dell'eguaglianza si è passati allo strapotere della finanza e dei banchieri. Per Luciano Gallino il peccato originale è addirittura nei trattati fondativi: una Ue concepita fin dall'inizio come un mezzo di distruzione dello Stato sociale. Ma l'orizzonte di un'Europa unita è inevitabile: il nazionalismo – spiega il saggio di Ulrich Beck – è non solo politicamente non auspicabile, ma anche sociologicamente miope. Così come miope è la tentazione di prendere a modello l'esempio tedesco: un mito decisamente da sfatare come chiarisce il contributo di Vladimiro Giacché.

Secondo lo scrittore greco Petros Markaris siamo di fronte ad un'Europa smarrita in cui, come ci racconta Guido Caldiron, i movimenti euroscettici sono agguerriti e in ascesa. Mentre Christian Elia scrive un reportage sulla rabbia della società civile che cova nell'Europa dell'Est. Per rispondere a tutto questo Philippe Van Parijs auspica qualche aggiustamento istituzionale, magari ispirato al modello svizzero.

Poi il corposo blocco su Taranto. Sandra Amurri e Gianluca Coviello ricostruiscono la storia di un delitto: l'Ilva sta uccidendo la città e i suoi cittadini la stanno facendo risorgere. Due medici, Barbara Amurri e Annamaria Moschetti, narrano il paradosso pugliese: i padri che, mentre lottano ogni giorno contro un tumore provocato dall'inquinamento dell'Ilva, pregano perché i figli trovino lavoro presso l'acciaieria.

Francesco Casula e Marco Travaglio descrivono con un ricco saggio la parabola discendente di Vendola ("Dalla rivoluzione al cachinno d'establishment") e Giuseppe Antonelli analizza la sua prosa: le acrobazie verbali del presidente della Puglia ricorderebbero, più che i grandi pensatori del Novecento, le canzoni di Carmen Consoli.

Nel numero, infine, un inedito di Václav Havel, uno dei leader della 'rivoluzione di velluto', e un'intervista al leader dei Verdi tedeschi e protagonista del Sessantotto Daniel Cohn-Bendit, il quale ha recentemente deciso di lasciare la politica per tornare a vita privata.



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