INTERVISTA A LUDOVICA IOPPOLO

 

 

                                                                                          INTERVISTA  A  LUDOVICA IOPPOLO  PER IL LIBRO

 

                                                                                                              STORIE  PRECARIE 

 

 




1) Carissima Ludovica parlaci brevemente della tua Persona per i lettori del Blog.

 So che sei Siciliana , allora , ti chiedo , secondo il tuo modesto parere , perchè molti giovani siciliani devono lasciare la loro terra per affermare le proprie capacità e le proprie qualità in un contesto professionale e sociale lontano dalla Trinacria ?

 

 Purtroppo moltissimi giovani - non solo della Sicilia, ma di tutto il Sud Italia - decidono di lasciare la propria terra d'origine perché le opportunità di lavoro e di realizzazione professionale sono molto scarse.

 

 La mobilità geografica, ovviamente, non dovrebbe essere considerata una cosa negativa: andare via dai luoghi più familiari permette di aprire i propri orizzonti e di avere una formazione più completa e aperta.

 

 Il problema è la mancanza di opportunità che si traduce in obbligo o comunque in negazione della libertà di scelta se restare, partire o tornare.

 

 E che, a sua volta, determina un ulteriore impoverimento delle regioni meridionali che continuano a perdere risorse umane importanti. 



2) Nell'opera STORIE PRECARIE analizzate il fenomeno del precariato come un fenomeno sociale oltre che un puro e semplice rilievo di dati numerici per confermare percentuali.

Allora ti chiedo che cosa è , per te , il PRECARIATO ? E' un fenomeno sociale diffuso più al Sud Italia oppure è esteso in maniera omogenea in tutto il territorio nazionale ?

 

 Il precariato è ormai una condizione quasi "normale" del mondo del lavoro, soprattutto in conseguenza della crisi economica e dell'indebolimento delle tutele contrattuali e di welfare.

 

  Chi ha meno di 35 anni, come me, nella maggior parte dei casi non conosce la dimensione della "stabilità" lavorativa ed esistenziale; ma anche chi ha o aveva un lavoro stabile oggi sperimenta la perdita del lavoro (subita o temuta) che determina di  fatto una situazione di precarietà diffusa.

 

 Certamente al Sud le condizioni non possono che essere peggiori, come numeri e percentuali purtroppo dimostrano.



3) Il lavoratore precario è un lavoratore deluso ed indignato dalla Politica ? E' un soggetto che ha perso ogni speranza di avere una Nuova Opportunità Professionale che lo gratifichi ?

 

 Tra i precari è fortissima la sfiducia nei confronti della politica e delle istituzioni.

 

 E, cosa ancor più grave, si percepisce uno scoraggiamento sempre più forte nei confronti della possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro.

 

 Tutto questo rende la società italiana, dal mio punto di vista, incapace di immaginare un futuro diverso da quello attuale e, quindi, di trovare soluzioni alternative alla crisi economica, sociale e politica che stiamo vivendo.



4) Secondo il tuo modesto parere , Ludovica , la Legge Biagi ha sottratto ai lavoratori le tutele e le garanzie che , dopo vincenti lotte sindacali , venivano riconosciute nella L. 300 / 1970 ?

 

     Secondo te il Jobs Act è un'opportunità vincente oppure una Grande Illusione per i lavoratori precari ?

 

 

  Il processo di precarizzazione ha certamente avuto inizio con la Legge Biagi che ha istituito numeroso forme contrattuali prive di garanzie e tutele per il lavoratore.

 

   Dal mio punto di vista nel progetto di riforma del Governo Renzi non si intravedono concrete misure di contrasto della precarietà.

 

 Non si prevede l'abolizione di nessuna forma contrattuale flessibile e non si è aperto un serio dibattito su forme universali di welfare, ormai indispensabili per tutelare gli individui nei periodi di non lavoro.



5) Leggendo alcune testimonianze si evince la Paura di poter vivere serenamente la Vecchiaia , la perdita di contatto diretto con le Rappresentanze Sindacali in un determinato contesto lavorativo e una maggiore ricattabilità del datore di lavoro verso i propri dipendenti. Questi aspetti inducono il lettore ad assumere un atteggiamento critico nei confronti del potere sindacale e quali prospettive possono aprirsi dopo la lettura del Libro ?

 

 

Il sindacato è ancora molto indietro rispetto alla difesa dei diritti dei precari: nonostante le molte esperienze positive di alcune categorie in particolare (per es. Nidil, Flc o Filcams della Cgil), i precari non vedono nel sindacato un soggetto di riferimento capace di tutelare i propri diritti.

 

 

 Ma molto spesso non si ha nemmeno la consapevolezza di subire una negazione dei propri diritti sociali. Bisogna partire quindi proprio dalla costruzione di questa consapevolezza.



6) Quale messaggio volete trasmettere ai lettori ?  Secondo te si smuoverà qualcosa, dopo la lettura del libro, nel rivendicare i diritti sacrosanti dei lavoratori nell'epoca dello Stage e della Flessibilità Precaria ?

 

 Non credo che un libro possa da solo cambiare radicalmente la situazione.

 

 

 Ma da precaria spero che iniziamo tutti a capire che le nostre condizioni possono cambiare solo se uniamo le forze: non possiamo aspettare che altri da noi (dirigenti sindacali o rappresentanti politici) portino avanti le nostre battaglie, spetta a noi mobilitarci, entrare nei sindacati e nei partiti e assumerci la responsabilità di rivendicare i nostri diritti di lavoratori, cittadini, uomini e donne.

 



7) Un'ultima domanda : Tu Ludovica sei contenta e ti senti apprezzata per la professione che svolgi e per il Ruolo che ricopri nella Società Italiana ?  Hai in mente di voler realizzare qualche progetto ambizioso ?


  Personalmente mi considero molto fortunata: sono una sociologa, dopo il dottorato di ricerca ho avuto l'opportunità di fare ricerca sul movimento antimafia nell'ambito del terzo settore e adesso sono ricercatrice in  Istat.
 
 Sono consapevole che il mio contratto a tempo determinato potrebbe non essere rinnovato e che il mio prossimo lavoro potrebbe non essere coerente con la mia formazione.
 
 Il mio progetto più ambizioso è di non farmi piegare dalle difficoltà del mondo del lavoro: non possiamo subire anche il senso di colpa per il lavoro che manca, per i contratti in scadenza o per il welfare che non ci è garantito.
 
 Non so quindi se potrò sentirmi realizzata dal punto di vista professionale, so certamente che continuerò a lottare per i miei diritti.




 



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