RAPPORTO MAL D'ARIA
Il commissario Vella ha prolungato per la Germania (così come per la Francia, l’Italia e la Spagna) l’applicazione delle sanzioni economiche a cui va incontro per non aver rispettato i limiti previsti negli standard Ue relativi alle emissioni di diossido di azoto e polveri sottili, in cambio di una piano ambientalista valido. “Il piano tedesco – rivela The Guardian – prevede inoltre requisiti ancora più rigidi per le emissioni di bus e taxi, la creazione di zone a basse emissioni e sostegno al car sharing”.
Eppure, il sindaco di Bonn, Ashock Sridharan, si è dimostrato molto scettico per i costi che la novità porterebbe ad una città come la sua dove tutti i nuovi autobus sono elettrici. “Non conosco nessun costruttore in grado di consegnare il numero di bus elettrici dei quali abbiamo bisogno per venire incontro all’aumento della domanda che scaturirebbe dai trasporti gratuiti”, ha dichiarato all’agenzia Dpa il primo cittadino.
Dal report Mal’Aria emerge che, nel 2017 in ben 6 capoluoghi piemontesi su 8 è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio di tipo urbano, il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metro cubo.
Le città della nostra regione conquistano le non ambite prime posizioni della classifica nazionale: Torino (stazione Grassi) guida la classifica con il record negativo di 112 giorni di livelli di inquinamento atmosferico illegali; segue Cremona con 105; Alessandria (D’Annunzio) con 103; Padova con 102 e Pavia con 101 giorni. Asti (Baussano) fa registrare il sesto peggior dato nazionale con 98 giorni di superamento, seguita da Vercelli (Gastaldi) diciannovesima con 82 sforamenti, Novara (Roma) ventitreesima con 72, Biella (Lamarmora) trentadueesima con 46 giorni oltre i limiti. E il 2018 non è iniziato meglio: Torino (Rebaudengo) ha già toccato quota 17 sforamenti, Asti (Baussano) 13, Alessandria (D’Annunzio) 9, Vercelli (Gastaldi) 7.
Il confronto con le città europee – Mal’Aria 2018 contiene inoltre un focus “Che aria tira in città: il confronto con i dati europei” dal quale emerge che le principali città italiane sono tra le più critiche a livello europeo per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, secondo i dati elaborati da Legambiente a partire dall’ultimo report del 2016 dell’Organizzazione mondiale della Sanità. L’associazione ambientalista ha confrontato le medie annuali di PM10 di 20 grandi città di Italia, Spagna, Germania, Francia, e Regno Unito (dati 2013).
I valori peggiori relativi alla concentrazione media annuale di polveri sottili (PM10) si registrano proprio a Torino con 39 microgrammi/metrocubo di PM10, seguita da Milano (37) e Napoli (35), che primeggiano sulle sorelle europee come Siviglia, Marsiglia e Nizza dove invece si registra una concentrazione media annuale di PM10 di 29 μg/mc. Negli anni successivi al 2013, la situazione delle città italiane non è migliorata: la media annuale di PM10 a Torino è stata di 35 microgrammi/mc nel 2014, 39 nel 2015, 36 nel 2016 e 43 nel 2017.
Gianluigi Melucci Blogger
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