R O M A
Secondo l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), sono state 43 nei primi tre mesi dell’anno. Una ogni due giorni e più del doppio dello stesso periodo dello scorso anno. Tra il 1998 e il 2008 la media annua era 16 voragini; nel decennio successivo si sale a 90. Con questo ritmo, a dicembre si arriverà alla cifra record di 190 voragini in un anno.
La causa principale della formazioni delle voragini (esemplare la sovrapposizione delle mappe satellitari della Protezione Civile) è la presenza di numerose cavità sotterranee scavate dall’uomo soprattutto per estrarre materiale edile. Finora sono stati censiti 32 chilometri quadrati di gallerie sotterranee, come l’intera città di Monza.
Poi ci sono le frane che non finiscono sui giornali nazionali e nei tg, perché meno scenografiche ma non meno pericolose. Massi e detriti incombono su abitazioni e strade molto trafficate come la via Olimpica. L’Autorità di distretto idrografico dell’Italia centrale ha perimetrato 383 siti soggetti a fenomeni franosi in 28 zone a rischio tra cui quartieri popolosi e importanti come Monte Mario, Flaminio, Monteverde vecchio e Balduina.
Le alluvioni fanno parte della sua storia, raccontata dalle lapidi di marmo sulle facciate di chiese e palazzi del centro storico. Alla fine dell’Ottocento furono costruiti gli alti Muraglioni che fiancheggiano il Tevere. Ma le piene non cessano.
Le ultime nel 2008, nel 2012 e nel 2014. Oggi il rischio riguarda 1.135 ettari (11 chilometri quadri) e 250 mila abitanti. La più alta esposizione d’Europa. «Fragilità mai strutturalmente affrontate: Roma ha zone che non reggono nemmeno un’acquazzone», denuncia l’Autorità di distretto.
La manutenzione è la grande dimenticata in una città che nell’antichità era un modello di gestione delle acque. Il sistema fognario è in parte inefficiente. I tombini non ripuliti. Rifiuti e vegetazione hanno cancellato gran parte dei 700 chilometri di fossi e canali di scolo.
Dalla diga di Castel Giubileo alla foce, la Guardia Costiera ha contato ventidue relitti.
Italiasicura (struttura di missione di Palazzo Chigi), Autorità di distretto e Regione Lazio hanno stimato, per rendere Roma sicura, un investimento di un miliardo di euro in dieci anni, così distribuiti: 783 milioni per 127 opere anti alluvione, 86 milioni per 28 mettere in sicurezza le zone a rischio frana, 15 milioni l’anno per la manutenzione ordinaria, 4 milioni l’anno per verifiche sulle voragini. Peccato che i fondi oggi disponibili siano solo 104 milioni. Un decimo del necessario.
Gianluigi Melucci Blogger
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