SERATA D’ONORE
La pista deserta
la notte fuori orario
un circo evanescente
è dal secolo scorso
che ti sto aspettando
tu che mai ritardavi
una sola entrata in scena
ti presenti all’improvviso
dentro il cerchio della luce
con un vestito strampalato
largo il doppio a quadrettoni
un cilindro vecchio e liso
la faccia impiastricciata
come l’ultimo dei clown
ad arte ti nascondi
dietro una maschera lunare
d’occhi stupiti e innocenti
giocoliere tu diventi
per divertirmi in fondo al buio
giri anche su te stesso
con scarpe lunghe un metro
dalla bocca aperta in punta
che dovrebbero far ridere
ma non essere deluso
se un ricordo d’allegria
è confinato a un’altra età
la tua assenza mi ha cucito
un’ombra su misura
e non so dire chi dei due
è stato fatto prigioniero
torna pure alla ribalta
quest’assolo di sberleffi
d’espressioni strabuzzate
non può fermarsi ora
che gli applausi immaginari
ti portano per mano
tra una platea di memorie
una gamba alzi a gru
poi volteggi rallentato
in una danza surreale
di pupazzo senza fili
stasera sono io
il solo pubblico che hai
lo senti il mio silenzio
è un’ovazione senza fine
come allora incantato
a guardarti tra le quinte
per capire le alchimie
e gli intrugli del talento
ogni sera ti spiavo
nei ricami tratteggiati
da vero mimo virtuosista
di rimando con pudore
occhieggiavi il mio orgoglio
e era quello il tuo successo
che a nessuno confidavi
in equilibrio tra il mestiere
e una dedica privata
lo spettacolo è finito
nel camerino che diventa
un’astronave del passato
provo adesso a dialogare
nel tuo linguaggio senza suoni
e ti strucco un po’ alla volta
per ritrovarti come uomo
solo un padre senza tempo
che dà consigli sul domani
a un figlio troppo vecchio
ancora intatto di paure
come un bimbo di cristallo
che precipita dall’alto
ad ogni abuso di durezza
e che non smette di evocarti
in un circo inesistente
nella notte fuori orario….
MAURO MACARIO
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