CENTRALE BIOGAS A PICERNO (1/6/2018)

                    Centrale Biogas Picerno


Da oltre cinque anni il Comitato cittadino Boscotrecase di Picerno, si oppone alla centrale a Biogas che la Società Agricola di Allevatori s.r.l. ha costruito e gestito nella contrada.

Si oppone perché, come dimostrato da ben due sentenze del TAR, si tratta di un’opera con gravissime carenze progettuali, franata più volte e che oggi è al centro di una inchiesta della Divisione Distrettuale Antimafia di Potenza per smaltimento illecito di rifiuti non autorizzati.

Per questo semplice motivo di buonsenso, il Comitato cittadino ha organizzato negli anni convegni durante i quali sono intervenuti prestigiosi studiosi della materia e comitati cittadini provenienti da tutta Italia che hanno portato a Picerno la loro esperienza di resistenza contro opere inutili e dannose per i territori.

Perché a Picerno in questi cinque anni non si è consumata una lotta di quartiere ma si è organizzata una resistenza civile e consapevole, perché quella centrale è un’opera inutile e inquinante che deturpa un territorio meraviglioso che potrebbe vivere delle sue bellezze naturalistiche.

Ma il Comitato si è dovuto anche fare carico – nella totale indifferenza delle Istituzioni – di intraprendere numerose azioni legali patrocinate dall’Avv. Debora Chiaviello, l’ultima delle quali definita con la sentenza del TAR Basilicata Potenza n. 329/2018 che ha respinto il ricorso proposto dalla Società Agricola di Allevatori Srl, dichiarandolo inammissibile e condannando la società al pagamento delle spese legali sostenute dai componenti del comitato e dal Comune di Picerno.


Il ricorso nasce dall’impugnazione da parte della società della ordinanza comunale n. 84 del Comune di Picerno di chiusura dell’impianto poiché esso era alimentato da refui zootecnici provenienti da altre tre aziende e dunque, doveva essere autorizzato con AIA: posizione confermata anche dall’Ufficio Ambiente della Provincia di Potenza che ha ribadito come l’impianto di biogas della Società Agricola di Allevatori S.r.l. doveva ottenere l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) ai sensi del DPR n. 59/22183 in sostituzione dell’autorizzazione ex art. 269/ D.Lg.vo n. 85222116 alle emissioni in atmosfera. Il TAR Basilicata con la sentenza 1186122186 prima e con la n. 329/2218t oggi, ha giudicato illegittime tutte le autorizzazioni per la costruzione e l’esercizio dell’impianto.


Mentre le istituzioni che dovevano vigilare cercavano in questi anni di “ammorbidire” la loro posizione, il comitato è stato duramente represso ed intimidito. Per questo motivo anche la condanna al pagamento delle spese legali è per il Comitato un segnale importante che, seppure in minima parte, risarcisce le tante sofferenze di questi anni e allarga il consenso intorno alle ragioni di una popolazione minacciata. Il comitato non si fermerà!


Il prossimo 3 luglio, inizierà il processo penale, inerente l’inchiesta della Divisione Distrettuale Antimafia di Potenza, a carico dei proprietari della centrale e il Comitato Boscotrecase ci sarà e si costituirà Parte Civile.


Gianluigi Melucci Blogger 

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