BELLISSIME : IL LIBRO INCHIESTA DI FLAVIA PICCINNI

                                                                            BELLISSIME 




Flavia Piccinni  identifica immediatamente alcuni dei motivi principali che spingono molte donne in un “labirinto emotivo”: il bisogno di piacere agli altri e di avere il loro consenso.

Ciò viene spesso negato loro, soprattutto se esse si mettono in gioco credendo di essere alla pari degli uomini visto che, lo stesso identico parere, espresso da un maschio, varrà sempre di più. Come reagire a questa disparità ancora prevalente ovunque? Chiudendosi in un bagno a piangere?

Essere “aggressive”, oppure, direi io, ‘assertive’ con grazia? Vista la situazione ancora attuale e le percezioni della donna come oggetto del desiderio e non soggetto pensante, come devono comportarsi le madri?

Devono augurarsi che le proprie figlie siano belle fisicamente, sottomesse, dolci e aggraziate oppure indipendenti, sane e energetiche?

Piccinni ha iniziato le sue ricerche pubblicando prima un audiodocumentario (Tresoldi Radio3 Rai) e poi il libro in oggetto.


Come si era già chiesta Dacia Maraini nei suoi saggi degli anni della contestazione, dov’erano i possibili modelli a cui fare riferimento per queste bambine?

Non certo le madri che fanno del piacere estetico un mestiere, diventando manager dei propri bambini. Né i padri che spesso appoggiano le madri o si fanno manager essi stessi.

Non si tratta certo di un fenomeno nuovo, scrive Piccinni. Ci sono esempi fin dagli anni Cinquanta, per esempio nel film di Visconti Bellissima nel quale una madre interpretata da Anna Magnani cerca in tutti i modi di far emergere la figlioletta dal concorso di bellezza.

Diceva de Beauvoir: donna non si nasce, ci si diventa, allora, si chiede l’autrice del libro – e anche chi legge: quali saranno le conseguenze per bambine e bambini oggettificati e sessualizzati precocemente?

Il libro presenta la descrizione di un mondo fatte di baby miss, di spettacolo, di immagini che invogliano pedofili e vengono usate dai network pedopornografici.

Difficile poter predire il possibile danno psicologico, emotivo e sociale che vivere in un tale mondo anche per pochi anni avrà in seguito. Per poterlo sapere, servirebbe una rigorosa ricerca longitudinale di tipo etnografico che seguisse per almeno trent’ anni diversi bambini mentre crescono, provenienti da diversi strati sociali, economici, in diverse regioni.

Assenti le conclusioni, il libro si chiude difatti con il capitolo “Quando si spengono i riflettori”, con l’angoscia dei genitori, la tristezza e la speranza dei bambini che contano di divenire modelle, calciatori, attori.

Inoltre, la troppa visibilità, i bambini che vengono messi in rete dai genitori, diventano materiale pedopornografico trovato e venduto in rete. Questo allarme è stato lanciato più volte e diffuso tramite diversi canali informativi a cui hanno accesso i genitori. Nonostante ciò, ecco alcune delle affermazioni durante le interviste di Piccinni ai concorsi:

“mi piacerebbe esporre mia figlia dovunque”.


Chi sono questi genitori? Appartengono agli strati sociali meno intellettuali? Pare di no. Certo, si espongono di più le persone meno ‘difese’, quelle che hanno meno sovrastrutture e sono di conseguenza meno attente ad esprimere i loro desideri.

La cultura dello spettacolo, della televisione, è sempre stata retrograda e conservatrice da un lato, e la sua altra faccia, quella delle veline, non ha fatto altro che riaffermare che il corpo della donna è un bene di consumo.

Ancora adesso, anche nei programmi ‘intelligenti’ il professore è maschio e la soubrette o conducente simpatica è donna.

Quando riusciremo a percepire realmente una situazione di assoluta parità tra uomo e donna ?


Gianluigi Melucci Blogger


 

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