LUCIO BATTISTI
Sono trascorsi 20 anni da quando quel fatidico 9 Settembre se ne uscì in punta di piedi , nel più assoluto riserbo , uno dei più autentici talenti della canzone italiana : Lucio Battisti
Nel giro di poche ore vi fu un 'overdose televisiva di immagini di repertorio , filmati inediti e testimonianze di chi lo aveva conosciuto negli anni della sua luminosa carriera che ci faceva comprendere come in fondo nessuno di noi era potuto diventare Aquila ma , nel più profondo dell'animo , era rimasto un Aquilone con la sua bandiera d'amore che poi Amore non è ....
Ricordo ancora le sue parole trasmesse nella radio locale RADIO POTENZA CENTRALE "Al ventuno del mese i nostri soldi eran già finiti" oppure " Avere nelle scarpe la voglia di andare e chiudersi dentro prigionieri di un mondo ...."
E poi perdersi tra " le condizioni sono atmosferiche comunque metereologiche " oppur "sei molto presa dall'idea che infin ci incontreremo " per poi quei colori che divorano colori in quel disco del discobolo cromato fin nelle piramidi scatta un otturatore e in te non c è nè juke bok nè tostapane.
Quando si era ritirato dalle scene dopo il diktat con Mogol e la brevissima parentesi del disco firmato dalla moglie in arte Velezia , lo si poteva incontrare nel centro di Erba a fare delle commissioni come un normale cittadino accanto alla moglie Grazia Letizia andando a comprare il concime per rinvigorire i suoi alberi davanti alla villetta di Dosso di Coroldo oppure prendere i colri per dipingere la sua casa sobriamente arredata dove non mancava un piccolo studio di registrazione e i quadri della pop art per poi dilettarsi a dipingere quadri astratti ( tutti i dischi dell'epoca Panella sono suoi ) e andare a dormire la sera presto per poi svegliarsi la mattina a progettare nuove musiche elettroniche che venivano gelosamente custodite nei suoi preziosi nastri registratori che portava sempre con sè anche quando passeggiava con il suo cane Ettore.
Gianluigi Melucci Blogger
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