Questo brano che chiude per inciso il battistiano "White Memory" ci riporta ad una melodia raffinata e suggestiva che si adatta al dialogo fra i protagonisti di una vicenda , a dir poco surreale , tra un uomo e una Donna che pur ridendo per un divertente aneddoto dell'artista , non perdono occasione per discutere sul naturale e sul denaturato , su lampo e riflessione, sul soffio , refolo oppure venticello ?
Poi ecco che si apre uno scenario completamente futurista nel verso di una pura transanvanguardia "colori che divorano colori" per poi ritornare al puro classicismo in quella celebre cena (forse l'ultima Cena di memoria vinciana) e dei suoi celebri invitati pensando al Gesù e i suoi discepoli.
E poi rompere i canoni e gli stilemi classici per guardare aldilà delle semplici apparenze in quel verso "vale sia per l'estetica che per l'allodola" senza preoccuparsi minimamente dell'artista che continua a ritrattare facendo sparire la naturale e reale fisionomia dei due turisti che non sono più allegri come quando parlavano inglese tra musei e monumenti ma sono ormai annoiati da tale dicotomia che spariscono in un raffinato amplesso ove ognuno ricerca le sue calde parti nell'altro come una fotografia astratta e perduta fra le flebili e volatili parole.
Gianluigi Melucci Blogger
Geniale Battisti
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