A volte capita che non sono i personaggi a interpretare le sceneggiature ma , al contrario , la stessa storia sceglie quel personaggio che viene dipinto a pennello sull' artista Ciccio Ingrassia tanto che già era una Storia quello " Zio Matto" senza doverci aggiungere alcuna trama seppur congegnata brillantemente da Fellini e Tonino Guerra.
Quando lo si guarda , da qualsiasi angolazione , sembra un dipinto di Velazquez oppure de El Greco nella sua umanissima fragilità quando grida la Sua impotente rabbia nel voler a tutti i costi fornicare , concedersi ai puri piaceri sessuali con l'altro sesso nei suoi più criptici istinti primordiali che ogni uomo porta con sé sin dalla primissima pubertà.
Per cui in quel grido animalesco , barbaro , stralunato ritroviamo l'impossibilità di avvicinarsi al " mondo dei normali" senza alcuna possibilità di uscire dalla surrealta' di un parallelo universo.
Non ci dimentichiamo che Ciccio usciva da una malattia che lo aveva portato a sfiorare la Morte per riscattarsi in un brillante ruolo che lo ha reso famoso in tutto il mondo attraverso la figura statica , impersonale , sin troppo umana dello zio matto che mette in crisi tutti i tabù e gli inconsci di una generazione vissuta sempre con l'ombra del peccato sfumato in un'onirica atmosfera che soltanto Fellini riusciva a rendere Poetica.
GIANLUIGI MELUCCI BLOGGER
Grande Ingrassia
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