Du côté de la nature - 6 visioni al femminile
delle artiste
Selen Botto | Emma Bourgin | Vesna Bursich
Astrid Fremin | Licia Martini | Elena Tortia
Il filosofo coreano Byung-Chul Han, nel suo saggio intitolato Elogio della terra. Un viaggio in
giardino (Nottetempo, Milano 2022), ci ha ricordato come noi tutti stiamo perdendo
“qualsiasi sensibilità nei confronti della terra, non sappiamo più cos’è”. “Se
l’abbandoniamo”, egli ha affermato, “ci abbandona anche la felicità”. Proprio perché la
“terra è bella” e “magica”, ci dobbiamo rendere conto allora che il “Bello ci impone il trattar
bene”. Ora, le sei artiste che partecipano alla mostra Du côté de la nature si pongono
effettivamente a fianco della natura e si fanno carico della bellezza della terra sempre più a
rischio, a causa della crisi climatica, della pandemia e, da ultimo, del grave conflitto russo-
ucraino, con tutte le sue nefaste conseguenze a livello soprattutto umanitario. Selen Botto,
Emma Bourgin, Vesna Bursich, Astrid Fremin, Licia Martini ed Elena Tortia sono artiste
impegnate a perseguire una visione etica dell’arte.
Ciascuna artista ha proposto un proprio
punto di vista sul nostro presente, evidenziandone gli stati di sofferenza, ma, al contempo,
prospettandoci anche un’idea di arte come ricerca di armonia e cura della nostra esistenza.
Selen Botto (Torino, 1992) ha progettato un’installazione di scatti fotografici che ci
proiettano sulle spiagge del Mediterraneo e ci pongono di fronte, non senza una certa ironia,
al processo in atto di inquinamento planetario provocato dalla spazzatura derivata dagli
scarti di materiali plastici.
Affascinata dalla caratteristica sensibile della cera d’api, una
sostanza materiale che è allo stesso tempo colore, odore, luce, residuo del paesaggio,
l’artista francese Emma Bourgin (nata in Francia nel 1989) l’ha fatta diventare il materiale
essenziale del suo lavoro.
Vesna Bursich (Torino, 1974) affronta la questione ambientale dal
punto di vista degli animali, immaginandoli come vittime del mutamento drammatico del
loro ecosistema. Nella sua installazione vi sono poi dipinti e disegni che raffigurano
maschere antigas, sia come un monito allarmante, sia come una loro intrepreazione
grottesca.
Nelle installazioni e nelle performances di Astrid Fremin (nata in Normandia,
Francia, nel 1963), l’uso del corpo e la partecipazione interattiva del pubblico sono due
cardini essenziali della sua visione del mondo, con i quali cerca di catturare le energie .
GIANLUIGI MELUCCI BLOGGER POTENTINO
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