E M E R G E N Z E
Il mondo in cui viviamo è attraversato da EMERGENZE continue, che ci chiamano ad assumerci responsabilità impellenti sia personali sia sociali.
Ne sentiamo in pieno il coinvolgimento, a volte rischiando di orientarci verso visioni distopiche che sembrano condurci verso l’annullamento della natura umana, a volte procedendo verso visioni utopiche, che, mentre hanno un ruolo consolatorio, ci spingono verso la ricerca di soluzioni positive, richiamandoci a progettare o anche solo a sognare un mondo rinnovato e accogliente.
Questi ambivalenti versanti immaginativi trovano modo di esprimersi nella loro complessità e contraddittorietà nelle opere degli artisti che declinano il termine emergenza nella sua ricchezza semantica, dunque, tra emergenza come rischio imminente di annientamento ed emergenza come approdo alla luce di nuove possibili visioni e nuovi possibili modi di esistere.
Regina José Galindo, artista di fama mondiale, Leone d’Oro come Artista Giovane alla 51° Biennale di Venezia, con la sua ricerca ha sottolineato sempre le emergenze che subisce la società guatemalteca, nella quale vive. Il suo impegno per le donne e per le comunità incarna l’Arte Pubblica, nella sua accezione di arte risolutrice di conflitti. Galindo giunge all’arte performativa, passando attraverso la poesia.
Nei suoi intensi testi poetici, mentre traccia una sua memoria intima e personale, denuncia la condizione femminile nel suo paese.
Si avvicina alla Body Art o all’Azionismo Viennese, servendosi del proprio corpo come di una parte essenziale del linguaggio artistico, capace di denunciare le violazioni del diritto alla libertà e alla protesta. Con ¿Quien puede borrar las huellas? (Chi può cancellare le impronte?) nel luglio del 2003 l’artista, imprimendo le impronte dei suoi piedi intrisi di sangue sulle strade di Ciudad de Guatemala, ha voluto ricordare le vittime dell’interminabile guerra civile che lacera la sua terra, riuscendo a lasciare un segno indelebile, se non sulle strade percorse, almeno nella memoria collettiva della sua nazione.
Per Emergenze, l’opera Ríos de gente, del 2021, ci restituisce un viaggio da una comunità all’altra per portare un messaggio comune: la necessità, l’urgenza di tutelare la vita umana. Stefano Cagol artista di livello internazionale, affronta i cosiddetti iperoggetti, ossia questioni globali così diffuse, mutevoli, complesse, per tanto difficili da comprendere, i cambiamenti climatici, i temi energetici, appartenenze, confini e pandemie, che traduce in simboli universali e opere concettuali essenziali ed evocative rivolte a un pubblico ampio.
Forte la sua capacità di entrare nei territori, narrandoli in modo estremamente poetico, come in New Experiments on Vacua, dove sottolinea già nel 2016 quanto la nostra terra sia contaminata e in pericolo; con Signal to the Future, nel 2020, lancia un messaggio ancora più forte, ponendo lo sguardo sul futuro: l’umanità ha ancora la necessità di ricordare a se stessa che ha bisogno di aiuto. In questo momento storico, il lavoro di Cagol va nella direzione della presa di coscienza della condizione di emergenza del nostro pianeta. Anche lui, come Galindo, è un artista che diventa attivista e nello stesso tempo è portatore di un messaggio universale.
Roberto Pugliese è un artista che ha sempre spaziato dalla sound art all’arte cinetica e programmata, fino alla performance live, come con Hipogheios, opera del 2021 di grande intensità emotiva, realizzata al Museo Madre di Napoli.
La sua ricerca, che esamina nuovi punti di ricerca sui fenomeni legati al suono, sui differenti processi psichici messi in atto in relazione a strutture di origine naturale, sia acustiche che visive, piuttosto che a quelle artificiali, si avvale di apparecchiature meccaniche pilotate da software che interagiscono tra di loro, con l’ambiente che le circonda e con il fruitore.
L’idea di creare un rapporto attivo tra opera e fruitore, spinge l’artista a dare vita anche a dimensioni nelle quali è il suono a muoversi, facendo in modo che si creino prospettive sonore diverse per l’ascoltatore.
Il mondo sonoro di Pugliese prende vita e si evolve in grandi installazioni e sculture come Logoranti e macabre perversioni,..…, opera che racconta di Napoli e del culto dei morti. Di grande impatto il teschio color oro che tiene tra i denti un altoparlante, di fronte a cosa mette il fruitore, cosa vuole dirci, forse che abbiamo voce anche se non abbiamo più vita? “Dentro ognuno di noi esiste un diorama che è la mappa geografica della nostra anima.” Così afferma Gianluca Abbate, creatore di mondi tanto immaginari quanto sintesi estrema della realtà.
Il brulicare di persone, il germogliare della natura in Panorama, delineano una visione edonistica della realtà.
Le animazioni digitali di Abbate rapiscono lo sguardo, in Supermarket, le identità stereotipate del nostro tempo sono messe sotto una lente di ingrandimento che ci fa riflettere, ci impone di andare oltre e di immaginare di ritagliare ognuno il proprio mondo per ricomporlo poi con quello degli altri.
La presenza in mostra di Svitlana Grebenyuk, artista ucraina radicata in Italia, vuole essere un segnale tangibile di quanto alta è l’attenzione per la guerra che stiamo vivendo.
Alla prevaricazione, alla ferocia dell’uomo contemporaneo fanno da contrappunto i delicatissimi disegni dell’opera Kiss, progettata durante il lockdown, che diventano digitali e si fondono l’uno con l’altro, in questo bacio appassionato che ci esorta al contatto fisico quanto a quello mentale.
Due emergenti completano il senso puro di questa mostra, emergere, trovare ancora una volta soluzioni, questa volta nei mondi del metaverso e dell’intelligenza artificiale.
Il collettivo Meeme Mystique Project, è interprete della quarta rivoluzione industriale in corso in questo secolo, affronta nel cyberspazio il metaverso, riflettendo sui tre concetti di realtà virtuale, realtà aumentata e realtà mista, nell’intenzione di rompere la barriera tra spazio reale e spazio virtuale attraverso prospettive diverse.
Meeme Mystique Project per Emergenze è il simbolo di un mondo nel quale l’identità non ha limiti di espansione e le personalità si moltiplicano, la fisicità scompare e diventa eterea come per Mutations, una videoistallazione che chiama il fruitore a diventare parte dell’opera, sedendosi con la protagonista, che resta comunque immersa nello schermo del proprio smartphone, significando come nella contemporaneità i rapporti umani siano pericolosamente delegati alla tecnologia.
Il focus di Angela Fusillo, artista e ricercatrice, è tutto concentrato nel campo dell'intelligenza artificiale, con l’obiettivo di comprendere le possibilità Queer nel campo dell'AI.
Il video digitale An AI is trying to tak about gender studies and it's kidding you del 2022, è frutto della necessità di provare i limiti della AI nel comprendere l’evoluzione del nostro mondo.
Il genere è la questione del nostro secolo, la comunità LGBTQI sta affermando la sua identità, ma quando Fusillo utilizza le GAN per interpretare testi che parlano del mondo Queer, ecco che dalla AI emerge una confusione che ne rimarca i limiti.
In un mondo in cui l’evoluzione umana sembra venir quasi superata da quella tecnologica, l’elaborazione del pensiero nel senso di costruire nuovi campi identitari rimane un’attribuzione prettamente umana, mentre l’AI segnala mancanza d’autonomia e una relazione salda agli schemi cisgender.
Elisa Laraia
GIANLUIGI MELUCCI BLOGGER POTENTINO
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