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VEDUTA DELLA CHIESA PANAGHIA KERA
ARMONIA FLOREALE
CRISTINA LEFTER
1) Carissima Cristina parlaci della Tua Opera Greca?
Nei vari percorsi e viaggi culturali, indissolubili dagli studi pittorici eseguiti in plain-air, mi imbattei in questa meravigliosa chiesa Panaghia Kera, della periferia di un piccolo villaggio di nome Kritsa, dell'isola greca di Creta.
L'episodio avvenne circa negli anni 2003 - 2004, nel pieno tormento sulle varie ricerche inerenti alle tecniche pittoriche che portavo avanti.
Nel caso di questa tela con la veduta della chiesa bizantina Panaghia Kera, utilizzai un preparato di sabbia del mare dalle spiagge di Creta, mischiato con gesso, stucco, cola tale da poter rendere una texture di antico, screpolato e sgretolato.
I muri di questa bellissima, semplicissima ed elegante costruzione, oltre alla sua atavica storia, ricordo che rimasi affascinata dalla luce.
Creta posizionata nell'infinito dell'oceano, cattura la luce più intensa e potente che potessi mai vedere.
Per poter dipingere sul bianco candido delle mie tele, portai con me degli occhiali rifrangenti di luce.
Man mano che coprivo col colore la tela, riuscii a focalizzare il soggetto con tutta la sua poesia di luce.
È stata una strategia vincente per riuscire a dipingere una quindicina di quadri in quel soggiorno a Creta.
2) A quali maestri ti sei ispirata per creare questa Bellissima Tela ?
2) Devo dare credito ad alcuni grandi maestri della storia dell'arte, che con le loro qualità e virtù influenzarono proficuamente il mio percorso artistico.
Partendo dai primi maestri russi da cui apresi le basi del realismo pittorico, Shishkin, Rublev, Aivazovskij, Sovrasov, Repin, Vrubel, Vasnetshov, agli artisti europei, Vermeer per la sua divisione cromatica della luce, Vincent Van Gogh per la potenza della luce, a Egon Schiele per il tratto sicuro ed incisivo, a Gaugain per il coraggio di sfruttare l'intensità cromatica, all'artista romeno Grigorescu per le atmosfere, a Victor Bruner per il modernismo, all'artista Artemisia Gentileschi per aver aperto un cammino nel mondo dell'arte a tutte le donne.
A Jackson Pollock che infine riuscì a dare un senso sulle ricerche delle mie espressioni artistiche, per la sinergia del corpo con il colore.
Grazie alla sua tecnica del "dripping", porto avanti tutt'oggi un "dripping figurativo" nei miei lavori.
L' opera "Alchimia floreale", testimone delle mie prime e insicure collate di colore con la tecnica del "dripping".
La mia incertezza si legge al primo acchito.
Mi portava a stento a coprire completamente la tela con i pigmenti a smalto.
Nuovi per me e completamente ingestibili.
I colori scuri del dipinto rispecchiano perfettamente il timore dimorante del mio animo all'epoca, quasi da abbandonare completamente la ricerca per la luce.
A tal punto da realizzare quasi un non colore, che in genere nelle teorie cromatiche il nero è definito come tale.
Alchimia floreale, il titolo vuole indicare la sapienza e la conoscenza del colore, che con il dosaggio giusto potrebbe controllare correttamente la forma.
3) Carissima Cristina quali saranno i tuoi progetti Futuri?
3) Dall' Expo Milano del 2015, dove esposi una serie di lavori incentrati sul tema della Natura, scaturì in me un grande interesse per i temi attualmente indiriizzati verso l'uomo e la natura.
La prossima mostra personale che avrà luogo presso il Fondo d'Investimento Azimut, in Corso Venezia di Milano porterà avanti questa mia ricerca sull'impatto dell'uomo per la natura e per il nostro pianeta.
Ci saranno una trentina di opere di grandi dimensioni, più un'installazione inerente al tema dell'impollinazione artificiale delle piante.
Non voglio svelare più dettagli perché ci tengo ad avere i miei amici collezionisti per l'inaugurazione.
Grazie dell'attenzione e spero presto con la prossima intervista!
Da sempre alla ricerca del significato etimologico del mio
cognome, che in greco antico "elefteria" vuol dire libertà, ho cercato di dare il senso giusto della mia vita. Nei vari percorsi e viaggi culturali, indissolubili dagli studi pittorici eseguiti in plain-air, mi imbattei in questa meravigliosa chiesa Panaghia Kera, della periferia di un piccolo villaggio di nome Kritsa, dell'isola Creta, Grecia. L'episodio avviene circa negli anni 2003 - 2004, nel pieno tormento sulle varie ricerche inerenti alle tecniche pittoriche che portavo avanti. Nel caso di questa tela con la veduta della chiesa bizantina Panaghia Kera, utilizzai un preparato di sabbia del mare dalle spiagge di Creta, mischiato con gesso, stucco, cola e l'intento di poter rendere una texture di antico, screpolato e sgretolato. I muri di questa bellissima, semplicissima ed elegante costruzione, oltre alla sua atavica storia, ricordo che rimasi affascinata dalla luce. Creta posizionata nell'infinito dell'oceano, cattura la luce più intensa e potente che potessi mai vedere. Per poter dipingere sul bianco candido delle mie tele, portai con me degli occhiali rifrangenti di luce. Man a mano che coprivo col colore la tela, riuscii a focalizzare il soggetto con tutta la sua poesia di luce. È stata una strategia vincente per riuscire a dipingere una quindicina di quadri in quel soggiorno a Creta.
Devo dare credito ad alcuni grandi maestri della storia dell'arte, che con le loro qualità è virtù influenzarono proficuamente il mio percorso artistico. Partendo dai primi maestri russi da cui apresi le basi del realismo pitturico, Shishkin, Rublev, Aivazovskij, Sovrasov, Repin, Vrubel, Vasnetshov, agli artisti europei, Vermeer per la sua divisione cromatica della luce, Vincent Van Gogh per la potenza della luce, a Egon Schiele per il tratto sicuro ed incisivo, a Gaugain per il coraggio di sfruttare l'intensità cromatica, all'artista romeno Grigorescu per le atmosfere, a Victor Bruner per il modernismo, all'artista Artemisia Gentileschi per aver aperto un cammino nel mondo dell'arte a tutte le donne. A Jackson Pollock che in fine riuscì a dare un senso sulle ricerche delle mie espressioni artistiche, per la sinergia del corpo con il colore. Grazie alla sua tecnica del "dripping", porto avanti tutt'oggi un "dripping figurativo" nei miei lavori.
L'opera "Alchimia floreale", testimone delle mie prime e insicure collate di colore con la tecnica del "dripping". La mia incertitudine si legge al primo acchito. Mi portava a stento a coprire completamente la tela con i pigmenti a smalto. Nuovi per me e completamente ingestibili. I colori scuri del dipinto rispecchiano perfettamente il timore dimorante del mio animo all'epoca, quasi da abbandonare completamente la ricerca per la luce. A tal punto da realizzare quasi un non colore, che in genere nelle teorie cromatiche il nero è definito come tale. Alchimia floreale, il titolo vuole indicare la sapienza e la conoscenza del colore, che con il dosaggio giusto potrebbe controllare correttamente la forma.
l'Expo Milano del 2015, dove esposi una serie di lavori incentrati sul tema della Natura, scaturì in me un grande interesse per i temi attualmente indiriizzati verso l'uomo e la natura. La prossima mostra personale che avrà luogo presso il Fondo d'Investimento Azimut, in Corso Venezia di Milano porterà avanti questa mia ricerca sull'impatto dell'uomo per la natura e per il nostro pianeta. Ci saranno una trentina di opere di grandi dimensioni, più un'installazione inerente al tema dell'impolinazione artificiale delle piante. Non voglio svelare più dettagli perché ci tengo ad avere i miei amici collezionisti per l'inaugurazione. Grazie dell'attenzione e spero presto con la prossima intervista!
GIANLUIGI MELUCCI BLOGGER POTENTINO
POTENZA 25 FEBBRAIO 2023
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