Celebrata a Muro Lucano la festa in onore di san Gerardo Maiella," il santo delle periferie"
In questi, giorni durante i solenni festeggiamenti, avvenuti nella ridente Muro Lucano, porto sicuro della Basilicata, del Santo taumaturgo Gerardo Maiella, il fraticello dei Missionari Redentoristi, conosciuto dalla Ciociaria alla Sicilia come il santo protettore delle mamme e dei bambini, ho avuto il piacere di incontrare e intervistare P. Vincenzo La Mendola, archivista e Storico della Congregazione dei Redentoristi, invitato a Muro per la predicazione della novena in preparazione alla festa del 2 settembre.
Egli, da me interpellato, mi parla, con profonda fede, ed evidente competenza storica, del vissuto umano e spirituale di S. Gerardo Maiella, che lui stesso definisce "animatore vocazionale", oggi come ieri, tanto da ammettere schiettamente, che lui stesso ha sentito la vocazione alla vita redentorista proprio tramite la lettura della biografia di S. Gerardo e si dice orgoglioso, in questi giorni così significativi, di rappresentare la sua Congregazione nei luoghi dove è vissuto, quasi fino all' età di ventitré anni, il nostro santo lucano.
S. Gerardo, per Padre Vincenzo, agrigentino di origine, è stato un uomo profondamente libero, capace di comunicare speranza alle popolazioni del meridione d’Italia, schiacciate dall'egemone borghesia latifondista del Settecento e tormentate da epidemie, terremoti e carestie. Per questo possiamo definire S. Gerardo" il santo delle periferie" ,impegnato nel riscatto degli emarginati e gli ultimi, a cui nessuno dava voce.
Le popolazioni dell’entroterra lucano, campano e pugliese, vedevano in Gerardo la mitezza (Beati i miti perché erediteranno la terra), la solidarietà sociale (Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio) e la sapienza della croce.
In lui, potevano ammirare l’icona dell’uomo spirituale che si dedica interamente a Dio, desideroso di imitare nella sofferenza Gesù Crocifisso, attributo iconografico inconfondibile nelle sue raffigurazioni.
Perfino S. Alfonso Maria de Liguori, fondatore della Congregazione dei Redentoristi, affermava, con infinita meraviglia, di avere in Gerardo “un vero redentorista" capace di sopportare la calunnia per essere fedele all’osservanza della Regola dell’Istituto.
Fu proprio lui a disporre che dopo la morte del giovane santo fossero raccolte notizie sulla sua vita e redatta la sua prima biografia, dal redentorista Gaspare Caione.
E che dire dei miracoli pubblici, operati dall’umile figlio di Muro Lucano? La sua biografia ne è costellata.
S. Gerardo ha trainato pesanti tronchi nei boschi di Senerchia, ha salvato i pescatori nel mare in tempesta, lungo le sponde del Molo Beverello, ha guarito da poliomielite un bimbo di Castelgrande e ha usato carità a colei che lo aveva calunniato.
I suoi miracoli, da vivo e dopo morto, sono innumerevoli, come i santuari, le chiese e le edicole votive, erette in sua memoria in tutto il mondo.
Non dimentichiamo che S. Gerardo ha ricevuto un'educazione religiosa, matriarcale, e porta nel suo sangue i valori e la fede semplice e profonda del popolo lucano.
La madre (Benedetta Galella) che le sorelle (Elisabetta, Anna e Brigida) hanno influito positivamente sulla sua formazione di vita, insegnandogli a sostenere i fratelli più poveri e a prendersi cura delle anime afflitte, anche dalle tasse e dallo sfruttamento, perché come esordiva Carlo Levi: da Roma al Sud Italia arrivano solo le Tasse da pagare.
Questo umile figlio di Lucania, ancora oggi, si erge a modello di solidarietà con i senza diritti, e ci testimonia la forza della fede, come via di riscatto umano, sociale e culturale, per quanti aspirano ad un mondo più giusto.
Egli rappresenta per la Chiesa locale il modello attuale di una “chiesa in uscita” verso le periferie esistenziali del nostre tempo, come spesso ricorda papa Francesco.
Non è un caso che la sua festa, la prima della regione Basilicata, momento di richiamo ai valori dell’identità lucana, contraddistinta dalle sue radici profondamente cristiane, è stata un appuntamento irrinunciabile durante il quale autorità, politiche e religiose, popolo e pellegrini, hanno rinsaldato i loro legami di appartenenza, nel nome dell’umile figlio della nostra terra, elevato più di cento anni agli onori degli altari.
Gianluigi Melucci Blogger POTENTINO
Ringrazio PADRE VINCENZO LA MENDOLA per avermi fatto apprezzare la santità del fratel Gerardo " pazzerello di Dio"
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