Prodotto di punta della decarbonizzazione economica prevista per il 2050, l’Europa scommette sull’idrogeno verde, un’alternativa più pulita, efficace, sostenibile e rinnovabile rispetto ai tradizionali combustibili fossili.
E, a quanto pare, questa fonte rinnovabile avrebbe tutte le carte in regola per diventare un’importante fonte di energia sostenibile, passando da meno del 2%, ad occupare il 14% del mix energetico.
Cos’è l’idrogeno verde
Pare sia arrivato il grande momento dell’idrogeno verde, già obiettivo degli investimenti di alcuni tra i paesi più all’avanguardia del mondo, che hanno già scommesso sull’inserimento nel loro territorio di infrastrutture ad idrogeno verde (trasporti, reti del gas, industria) a beneficio dell’ambiente.
Ma cos’è questo “idrogeno verde”? Altro non è che la variante green dell’idrogeno, prodotta ad impatto ambientale zero mediante l’elettrolisi dell’acqua alimentata da energie provenienti da fonti rinnovabili. Si distingue dall’idrogeno grigio perché quest'ultimo viene prodotto attraverso lo steam reforming del metano, processo che disperde nell’ambiente un’enorme quantità di anidride carbonica, andando ad impattare in modo fortemente negativo sull’ecosistema ambientale.
Sebbene molti Governi del mondo siano fortemente impegnati su una politica “zero carbon”, questi piani non sono facilmente realizzabili. La grande quantità di energia elettrica rinnovabile necessaria per la realizzazione del processo di elettrolisi rema contro all’impiego diffuso dell’idrogeno verde nelle nostre vite. La notevole diminuzione, negli ultimi anni, tuttavia, dei costi di produzione e dei prezzi delle energie pulite, ne agevola la produzione.
L’abbassamento dei costi di produzione, unito all’aumento della domanda, potrebbe, secondo le stime, portare il prezzo dell’idrogeno verde da 6 dollari al Kg attuali, fino a 1,7 dollari al Kg entro il 2050, anno nel quale si ipotizza possa entrare nella vita quotidiana.
IN BASILICATA
Nella manifestazione di interesse, si evidenzia che “la Regione Basilicata ha già mappato e individuato dei siti produttivi dismessi, localizzati nelle aree industriali di Tito, Val Basento, Galdo di Lauria, Valle di Vitalba, Melfi, Viggiano, Jesce, La Martella, oltre che le aree PAIP di Aliano e Guardia Perticara, in possesso di tutte le caratteristiche e le dotazioni richieste dalla lett. a) alla lett. g) di cui all’art. 2 punto 2.3 dell’Avviso Pubblico in questione”.
“Con questo atto diamo seguito a quanto abbiamo annunciato e rispondiamo con i fatti alle tante sollecitazioni arrivate da più parti nelle ultime settimane. La Giunta regionale è al lavoro sulle cose concrete e andremo avanti sulla linea già segnata in questi anni di intensa attività amministrativa”, conclude Bardi.
LA SFIDA E' LANCIATA !!!!
ALEA IACTA EST sollecitava Cesare .......
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