Venerdì 18 marzo 2022 alle ore 17.30
nell’Antico Palazzo di Città, via Giolitti 1, Mondovì,
inaugurazione della mostra personale di
Enzo Bersezio
Il tempo, l’opera
La mostra sarà visitabile dal 18 marzo al 25 aprile 2022, venerdì, sabato e domenica
dalle ore 16.00 alle ore 19.00, con ingresso libero, nel rispetto della normativa anti Covid.
I suoi legni, le sue strutture svettanti, i suoi strati di carte e numeri, i suoi tenui colori, il suo bianco
non bianco, le sue corde nautiche, i suoi grigi metalli sono lì, davanti a noi e, da semplici e poveri
materiali divengono elementi della nostra storia atavica, ci riportano a tempi immemorabili, a
storie di viaggi in terre sconosciute ma al contempo note, assurgono a strutture sciamaniche, a
protezione del nostro più intimo essere, in una continua contrapposizione tra antico e
contemporaneo, tra moderno ed arcaico. (Marcello Corazzini)
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Formatosi all’Accademia Albertina, Bersezio comincia ad esporre a fine anni Sessanta nella Torino
dell’Arte Povera, iniziale ambito di riferimento per l’artista insieme alle correnti minimaliste e
concettuali rilette in chiave antropologica e alla nuova facies della scultura internazionale che
predilige l’installazione correlata all’ambiente, si serve di materiali poveri e forme essenziali (in
Bersezio archetipiche, mitiche o arcaiche). Pazienza, sperimentazione creativa e una lenta
lavorazione artigianale sono il suo modus operandi: carte e legni sono scrutati nelle trame,
increspature e rughe della loro epidermide; l’amore per la materia lo trattiene da qualsiasi
intervento violento: le carte accolgono numeri, lettere, frasi, simboli, i fogli si stratificano uno
sull’altro sfruttandone trasparenza e sottigliezza; il chiarore diafano dei legni conferisce loro una
lievità inaspettata come se le azioni dell’artista (levigare, intagliare, sbiancare) trasformasse la
consistenza iletica in rarefatta sostanza, incanutita da un viaggio tra terra, mare, epoche; singoli o
assemblati nello spazio, a volte appoggiati a parete, ospitano spaghi naturali o colorati, cordicelle
nautiche, cilindri scrittorî, intrecci di lana, “ricami”, oltre a contrappesi strutturanti che risolvono la
contesa tra forma e forza; essi diventano supporto per tracce di senso rivelatrici del confine tra
preistoria ritrovata e attualità del vissuto, quel confine che Antoni Tàpies aveva inverato nei “muri”
che -scriveva nel 1969- conservano la loro realtà senza nulla perdere della loro carica archetipa e
simbolica. Anche la scelta della verticale è aspirazione a cogliere l’infinito irrappresentabile come
dimostra l’onnipresenza dei numeri primi. (Fulvia Giacosa)
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Enzo Bersezio vive e lavora a Torino ed è stato docente di Discipline Plastiche al Liceo Artistico
Statale. Ha iniziato la sua attività espositiva a metà degli anni ‘60. Sue opere sono esposte in
numerosissime collezioni pubbliche e private.
La sua indagine artistica si è mossa in autonomia di intenti privilegiando un’idea di scultura
minimalista, da considerare come sintassi espressiva strutturale, incentrata sul linguaggio delle
forme archetipiche, come la scrittura o gli oggetti delle culture primitive.
Attento e fantasioso manipolatore di materiali naturali, è giunto a concentrare le proprie indagini
sul legno, che affiorano come memorie in superficie dalle profondità della materia.
Innumerevoli sono le esposizioni personali e collettive che lo hanno visto protagonista durante
tutti gli anni della sua intensa attività iniziata negli anni ‘60.
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GIANLUIGI MELUCCI BLOGGER POTENTINO
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